Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2013 - page 33

La nostra offerta turistico ricettiva è adeguata per reg-
gere la concorrenza degli altri paesi del Mediterraneo? 
La concorrenza a mio avviso è una parola chiave per il set-
tore del turismo, è la leva che dovrebbe spingere prepo-
tentemente verso il miglioramento, va interpretata come
una sfida che crea le condizioni per la crescita. Gli altri Pa-
esi del Mediterraneo questo lo hanno capito forse prima
di noi e hanno orientato le scelte importanti dei rispettivi
Governi, potenziando le politiche del turismo e amplian-
do e diversificando l’offerta. L’Italia, malgrado patisca la
mancanza di un ministero dedicato al comparto, riesce no-
nostante tutto a tenere il passo con i competitor del ba-
cino del Mediterraneo. La nostra offerta turistico ricettiva
poggia su un impianto estremamente solido: l’eccellenza
dell’ospitalità italiana, un valore non mutuabile e ricono-
sciuto in tutto il mondo, che di per sé rappresenta l’attrat-
tiva per i visitatori stranieri.
Certo, si può fare di più, ma si deve dare anche di più. Le
imprese del ricettivo potranno essere più competitive se
alleggerite almeno in minima parte dalla pressione fiscale.
Quali sono le misure non più rinviabili che il settore al-
berghiero chiede al nuovo esecutivo?
In ordine sparso, la deducibilità dell’Imu che grava sugli
immobili alberghieri, poi l’alleggerimento dell’Irap. Ancora,
sarebbe auspicabile il credito di imposta per gli imprendi-
tori che investono nella riqualificazione delle strutture (non
solo in termini di risparmio energetico). Ultimo, ma non da
ultimo, una maggiore flessibilità sul mercato del lavoro.
La diffusione di Internet apporta molti benefici all’eco-
nomia. Nel turismo ritiene che abbia espresso tutte le
proprie potenzialità?
Diciamo che forse è proprio nel turismo che Internet ha
espresso da subito le sue grandi potenzialità. Ormai non
è più pensabile progettare un viaggio senza aver prima at-
tentamente valutato le ipotesi più svariate su siti e agen-
zie online. A questo punto si può solo migliorare e i pre-
supposti con Internet ci sono. In Italia, tuttavia, ci vorrebbe
più regolamentazione. Ci si affida a valutazioni, indicazio-
ni e schede di grosse società online generalmente stra-
niere, che stilano dei giudizi su parametri non concordati.
Per ciò che riguarda la prenotazione di vacanze nel nostro
Paese, la commissione di tali società risulta essere parti-
colarmente elevata a discapito di chi offre effettivamente
il servizio al turista: dall’hotel al ristorante, ai vari esercizi
di riferimento. Tutto questo senza l’obbligo di pagare un
euro di tasse alla nostra fiscalità generale.
Perché l’Italia non riesce a trasformare il proprio pa-
trimonio artistico e culturale in un fattore di sviluppo
dell’economia?
Il patrimonio artistico e culturale dell’Italia è talmente va-
sto da rendere difficile anche interventi di riqualificazione
e restauro. Il caso di Pompei è eclatante. Ma ho molta fi-
ducia nel ministro Bray che proprio su questo sito arche-
ologico unico al mondo ha subito focalizzato attenzio-
ne e interventi del suo dicastero. Inoltre, nel suo decreto
“valore cultura”, il ministro del Mibact sta dando enorme
importanza a siti archeologici e artistici da tempo trascu-
rati. Si è aspettato tanto, da ottimista quale sono non di-
spero che si possa finalmente essere giunti a un punto di
svolta. Certo è che sarebbe opportuno orientare gli inve-
stimenti di riqualificazione su una serie di siti seleziona-
ti e rendere la loro fruibilità tale da aumentarne il richia-
mo turistico e di conseguenza gli introiti. In questo modo
il ritorno economico che ne deriverebbe potrebbe fare da
volano per altre iniziative su altre realtà del nostro patri-
monio artistico e culturale.
Grand Hotel Villa Medici Firenze
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