Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2013 - page 37

CIVILTÀ DEL LAVORO
IV • V - 2013
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INCHIESTA
e territoriale in generale. Per far questo abbiamo creato
un gruppo di lavoro – uno steering board – cui partecipa-
no su base volontaria professionisti che hanno esperien-
za nel settore, da Alfonso Fuggetta del Cefriel ad Andrea
Rigoni, esperto di sicurezza informatica, da Edoardo Co-
lombo, esperto di turismo digitale al giornalista e divul-
gatore Luca De Biase.
A tendere, il ruolo che oggi è del commissario potrebbe
essere assegnato a un ministro o sottosegretario per il Di-
gitale, come in Francia o nel Regno Unito: cioè una figura
politica responsabile di definire e coordinare la strategia
nazionale per la digitalizzazione del Paese.
Il ruolo di Digital Champion nasce all’interno della rifles-
sione avviata dal Commissario europeo Neelie Kroes su-
gli obiettivi dell’Agenda Digitale europea.
È stato costituito un gruppo di rappresentanti della società
civile per contribuire a far dialogare i singoli Paesi con l’U-
nione europea e viceversa. Il ruolo è quello di testimonial
attivi di cosa significa digitalizzazione dell’economia, con
un’attenzione particolare alle piccole e medie imprese:
la Digital Champion inglese per esempio è Martha Lane-
Fox, fondatrice di Last Minute, una delle società internet
di maggior successo in Gran Bretagna.
Qualche anno fa lei realizzò per il Governo il Rappor-
to sulla Banda larga, che oggi torna d’attualità do-
po la crescita di Telefonica in Telecom Italia. Qual è il
miglior assetto della rete di tlc per lo sviluppo dell’A-
genda Digitale?
Nell’impostare il nostro lavoro abbiamo deciso di focaliz-
zarci sulle applicazioni e non sull’assetto della rete, che
resta comunque un fattore abilitante fondamentale, per-
ché la rete è già presidiata dal Governo attraverso il Mi-
nistero dello Sviluppo economico e rientra nella regola-
mentazione dell’Autorità delle Comunicazioni.
Al di là degli assetti azionari e delle relative polemiche,
è importante che siano facilitati gli investimenti per l’e-
voluzione della rete, attraverso il livello dei prezzi del ra-
me e della fibra e attraverso misure di monitoraggio del-
la qualità della rete.
In questo campo possiamo fare di più, seguendo l’esem-
pio del regolatore inglese, che dedica grande attenzione
alla misurazione della qualità della rete.
È chiaro che in Europa si va verso una fase di consoli-
damento dei gestori delle tlc. Per questo è sterile pole-
mizzare su “chi compra chi” ed è necessario concentrarsi
sugli strumenti normativi e regolatori più adeguati a fa-
vorire un sufficiente flusso di investimenti nella moder-
nizzazione della rete.
Lei ha una vasta esperienza internazionale: come è
messo il nostro Paese nei confronti degli altri Paesi
avanzati e in particolare europei?
Siamo a macchie di leopardo. Se si prende l’utilizzo di in-
ternet in generale, non siamo nel gruppo di testa.
Ma in alcune applicazioni, per esempio sul fisco, sul Re-
gistro delle imprese e su alcune applicazioni sanitarie in
alcune Regioni, siamo in linea con la media europea e in
certi casi anche più avanti.
Il problema vero è che abbiamo tante applicazioni, ma
manchiamo di un’architettura generale che definisca le
regole e gli standard per assicurare il dialogo tra sistemi:
è questa interconnessione tra diversi sistemi che rende
più facile la vita dei cittadini.
Dobbiamo fare uno sforzo per raccordare il tutto. E nell’era
di internet dobbiamo metter più enfasi sulla standardizza-
zione. Qui la Pubblica amministrazione deve ovviamen-
te giocare un ruolo decisivo. Ed è vero che la Pa è lenta
a mettersi in moto, ma quando parte è in grado di dif-
fondere effetti positivi anche sulle imprese e sui cittadini.
Da questo punto di vista, come valuta l’assetto federa-
lista che stiamo faticosamente costruendo: può osta-
colare o impedire questa unificazione architetturale?
Se giocato bene, il federalismo può essere un vantaggio
e portarci a un “federalismo digitale” che non deprima la
creatività delle singole amministrazioni, ma le inquadri in
una cornice comune. Per questo ci stiamo concentrando
»
Francesco Caio
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