Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2013 - page 41

CIVILTÀ DEL LAVORO
IV • V - 2013
41
INCHIESTA
re, applicando e sviluppando il Sistema Pubblico di Con-
nettività (SPC), che le pubbliche amministrazioni siano in
grado di interoperare tra di loro e che i dati da esse dete-
nuti e prodotti siano aperti al mercato e sicuri, con il so-
lo limite della tutela della privacy dei cittadini per quan-
to attiene ai dati sensibili.
Quali sono le azioni concrete che avete già messo in
campo e quelle che avvierete nei prossimi mesi?
Abbiamo rilanciato il Sistema Pubblico di Connettività con
nuove gare che corrispondono a un’evoluzione dei servizi
di connettività e ora anche degli applicativi, con l’occhio
attento al contenimento dei costi.
Infatti abbiamo già realizzato l’obiettivo che ci è stato af-
fidato di contenere di 12 milioni i costi, come previsto dal
decreto istitutivo.
Stiamo sollecitando le Regioni a fornirci il piano dell’A-
genda Digitale regionale, che dobbiamo poi verificare e
consolidare nel Piano nazionale.
Abbiamo pubblicato le linee guida per i servizi di Cloud
Computing, per la valorizzazione dei dati della PA, per i
Pagamenti elettronici della PA e abbiamo avviato la con-
sultazione sulle linee guida per i Data Center.
Con le pubbliche amministrazioni centrali e territoriali ab-
biamo avviato numerose collaborazioni, sui beni cultura-
li, sui dati georeferenziati, con l’obiettivo di sviluppare la
sicurezza ma anche l’apertura dell’utilizzo dei dati delle
pubbliche amministrazioni e quindi la loro valorizzazione.
Sicurezza e valorizzazione vanno avanti insieme: non c’è
l’una senza l’altra.
Dal punto di vista del confronto internazionale ed eu-
ropeo, come è posizionato il nostro Paese?
Ci sono luci e ombre che stupiscono perfino me che ope-
ro in questo settore da tanti anni. Le faccio alcuni esem-
pi tratti dallo Scoreboard della Digital Agenda Europea.
L’Italia ha una minore percentuale di utilizzatori frequenti
di internet a tutti i livelli di istruzione: in media nel 2012
il 51% contro il 59%.
Ma se prendiamo gli individui con livelli di istruzione in-
termedi, nei confronti della Germania la nostra posizio-
ne migliora: in Italia il 67% risulta utilizzatore frequente
di internet, contro il 62% della Germania. Ancor più fa-
vorevole risulta il confronto con la media europea, il cui
dato scende al 60%.
Se prendiamo gli individui con elevato livello di istruzione,
l’Italia è prossima alla media europea (83% dell’Italia contro
84% dell’Europa e 80% della Germania). Quindi abbiamo
un potenziale di crescita dei servizi su internet molto ele-
vato, se ci basiamo sulla propensione della popolazione.
Sulla percentuale di sottoscrizioni di broadband superiore
a 2 Megabyte (2Mbps) siamo in leggero vantaggio, 98%
contro il 96% dell’Europa, mentre siamo indietro, anzi sia-
mo fermi sulla broadband da 10 o da 30 Mbps.
In questo caso lo sviluppo dei servizi a valore aggiunto,
soprattutto dei servizi privati assai più che di quelli della
Pa (che richiedono poca velocità di transazione), incon-
tra un limite nell’offerta di internet veloce.
E veniamo alle ombre. La più importante è quella che rias-
sume le priorità dell’Agenda Digitale italiana ed è il “sot-
tosviluppo” dei servizi di e-government: siamo a una per-
centuale di popolazione che li utilizza che è circa la metà
di quella europea: il 14% contro il 26%. Qui il confronto
con la Germania ci consola – non sono molto più avanti di
noi – ma basta prendere il Regno Unito e il confronto si
»
Agostino Ragosa
abbiamo rilanciato
il sistema pubblico
di connettività con nuove
gare che corrispondono
a un’evoluzione dei servizi
e anche degli applicativi,
con l’occhio attento
al contenimento dei costi
copertina 1...,31,32,33,34,35,36,37,38,39,40 42,43,44,45,46,47,48,49,50,51,...copertina 4
Powered by FlippingBook