Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2013 - page 46

CIVILTÀ DEL LAVORO
IV • V - 2013
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INCHIESTA
del mondo. Quasi 20 anni fa la Football Sport Merchandi-
se – oggi BasicNet – acquisiva dal fallimento di un’antica
azienda tessile i marchi di abbigliamento sportivo e ca-
sual Kappa, Robe di Kappa e Jesus Jeans (cui negli anni si
sono aggiunti Superga, K-Way, AnziBesson, Sabelt, Lan-
zera) e li rilanciava sfruttando le opportunità nate dall’u-
nica, vera, efficace rivoluzione copernicana del secondo
millennio: la Rivoluzione informatica.
I Beatles e i Rolling Stones ci hanno fatto cantare e balla-
re, ma non hanno stravolto il mondo. I personal computer
sì. Per questo motivo sono convinto che, per migliorare
la diffusione delle tecnologie informatiche, sia necessario
pensare al digitale come a un fenomeno culturale, facen-
do in modo che invada musei, scuole, editoria e aziende
e non relegando più questo strumento così profondamen-
te strategico ai soliti e isolati circoli tecnici. Grazie al suo
“sistema nervoso digitale”, attraverso il web, BasicNet ha
potuto trasformare radicalmente il proprio modello di bu-
siness: da obsoleta realtà industriale ad assetto verticale
in azienda orizzontale, capace di mettere in comunicazio-
ne (in Rete) centinaia di imprenditori in tutto il mondo, in
piena velocità, flessibilità e affidabilità.
Questo “sistema nervoso digitale” ha abolito errori e fri-
zioni, permettendo una comunicazione in tempo reale.
Per dirla con il titolo del celebre libro di Bill Gates, Ba-
sicNet ha iniziato da subito a fare “business alla veloci-
tà del pensiero”.
Ancora oggi in BasicNet ogni passaggio nella catena del-
la domanda e dell’offerta avviene rigorosamente tramite
sistema: senza carta, senza tabulati, senza e-mail (che al-
tro non sono se non una versione digitalizzata della carta)
e, quindi, senza spazio alle “interpretazioni”, che portano
con sé approssimazioni e sbagli.
Fin dal 1999 Bill Gates spiegava come qualsiasi azienda,
qualsiasi professionista, qualsiasi freelance e qualsiasi
nuovo progetto imprenditoriale che non volesse cedere
le armi di fronte alla concorrenza, dovesse dotarsi dei si-
stemi informatici più avanzati. Il business, infatti, viaggia
alla velocità della luce. Per questa ragione occorre sfrut-
tare in tutta la sua potenzialità il “sistema nervoso digita-
le” di un’azienda, vero e proprio acceleratore di business.
Partendo da zero – o forse da un po’ più giù, considerato
che al momento dell’acquisizione i nostri marchi erano,
per dirla in gergo imprenditoriale, “bolliti” – oggi siamo
arrivati a coprire oltre 120 mercati, con quasi 600 impren-
ditori-partner che su licenza producono o distribuiscono
nel mondo le nostre collezioni. A BasicNet – la capogrup-
po – resta l’intangibile: il design, l’industrializzazione del
prodotto, il marketing globale, la finanza strategica e na-
turalmente l’Information Technology.
Un modello di business che ci fa assomigliare più a McDo-
nald’s che a qualunque altra azienda tessile. Cosa che, in
effetti, non siamo. Pur essendo proprietaria di otto marchi
di abbigliamento sportivo e casual, BasicNet non produ-
ce magliette, non vende magliette, non fattura magliet-
te. Eppure le nostre magliette sono acquistate dai consu-
matori di tutto il mondo. È una “magia d’impresa” resa
possibile proprio dal digitale, che abbiamo adottato e ca-
valcato quando tante aziende a noi “simili” usavano an-
cora i fax e i telai. Per questa ragione sono convinto che
l’informatica sia stata la vera, ma soprattutto la più dura-
tura, rivoluzione del secondo millennio.
Negli anni Settanta giovani che, come gli hippy, indossa-
vano jeans e portavano barbe lunghe, si chiudevano nei
loro garage e – da una visione – creavano aziende come
Apple e Microsoft, i cui prodotti hanno cambiato per sem-
pre le nostre vite.
Ragazzi che volevano cambiare il mondo e che lo hanno
fatto davvero, inventando il futuro, mentre i più restii a
capirne la strategicità sono rimasti indietro: persone, im-
prese, Paesi.
Perciò, se dovessi dare un’indicazione per promuovere lo
sviluppo delle tecnologie digitali in Italia, nelle aziende,
ma anche nella scuola di ogni ordine e grado, non avrei
dubbi nell’insistere sul concetto di digitalizzazione totale
del sapere e delle informazioni: dai libri su cui studieranno
le generazioni future all’amministrazione delle aziende.
La Rete – piccola o grande che sia, pubblica o privata, azien-
dale o scolastica – è l’anima di ogni organizzazione: per la
nostra società, così come per ogni organismo in natura.
Marco Boglione è stato nominato Cavaliere del Lavoro
nel 2011. È a capo di BasicNet, un network di imprese
industriali e commerciali che – su licenza - produce e vende
nel mondo le collezioni disegnate e industrializzate dalla
capogruppo. Grazie anche all’introduzione di un nuovo
modello di business interamente integrato con il web
è tra i leader a livello mondiale nell’abbigliamento
sportivo e informale.
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