Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2013 - page 44

CIVILTÀ DEL LAVORO
IV • V - 2013
44
INCHIESTA
Le associazioni imprenditoriali sono consapevoli di questo
e sono preoccupate dei ritardi del nostro Paese. Chiederei
alle rappresentanze imprenditoriali dell’Ict uno sforzo di
semplificazione delle loro istanze: oggi esse provengono
da una pluralità di organizzazioni che non solo rende com-
plicato metterle intorno ad un tavolo, ma rende inefficace
la loro “lobby”. Invece, di una sana, trasparente ed effica-
ce “lobby” delle imprese c’è sempre bisogno quando si
vuole fare innovazione: l’innovazione viene dal mercato,
non certo dalla Pubblica amministrazione.
E cosa si potrebbe fare di più per attivarle?
Credo che un rapido avvio del Tavolo di consultazione
sull’innovazione e sull’Agenda sia un segnale che esse
aspettano e che deve essere dato in tempi brevi. In que-
sto modo la Cabina di regia darebbe un contesto di riferi-
mento di mercato alle attività dell’Agenzia.
Quale può essere il contributo dell’Agenda Digitale
all’aumento di competitività del Paese?
L’Agenda Digitale porta due benefici alla competitività. Il
primo è diretto: la crescita dell’offerta di servizi evoluti su
internet, l’apertura dei dati della Pubblica amministrazione,
l’interoperabilità tra le amministrazioni, rendono più com-
petitivo il mercato e le imprese che vi operano. Si creano
nuove opportunità per start up, innovatori, sviluppatori.
Il secondo beneficio è indiretto, ma non meno rilevante.
La produttività e l’efficacia dell’amministrazione pubblica
sono carenti: l’onere burocratico derivante da un sistema
normativo farraginoso e ridondante sono accresciuti dal-
la mancanza di comunicazione tra le amministrazioni e
dalla loro propensione a non abbandonare mai i controlli
formali e la documentazione cartacea.
Si tratta di un costo enorme che non solo penalizza l’attivi-
tà di impresa, ma penalizza i cittadini e le famiglie. Il mer-
cato del lavoro diviene poco efficace e poco trasparente,
gli investitori internazionali considerano il Paese poco at-
traente: in una parola si riducono le opportunità di lavoro.
E quale può essere il contributo alla creazione di oc-
cupazione?
La Commissione europea stima al 2015 circa un milione
di posti di lavoro non coperti da adeguate professionali-
tà nel settore Ict: manca quindi una capacità di fornire la
formazione necessaria, manca a livello sia delle scuole
superiori sia dell’università, poiché la domanda di queste
professionalità cresce di circa il 3% all’anno.
Sempre la Commissione ha lanciato una Grande Coalizione
per i Digital Jobs, che ha preso il via a marzo di quest’an-
no: tra le altre cose ha accelerato i progetti per la com-
petitività CIP-ICT con un nuovo bando chiuso in maggio.
Dobbiamo fare lo stesso: accelerare sui progetti di ricer-
ca, come Smart Communities e Clusters.
Non ci possiamo permettere di rallentare le aziende e le
università coinvolte in questi progetti, per i quali l’Agen-
zia deve fornire supporto e servizi. Le imprese debbono
poter avviare al più presto il loro lavoro. Sono preoccupa-
te e hanno ragione.
(p.m.)
copertina 1...,34,35,36,37,38,39,40,41,42,43 45,46,47,48,49,50,51,52,53,54,...copertina 4
Powered by FlippingBook