Civiltà del Lavoro, n. 3/2014 - page 13

ABBIAMO BISOGNO
di più Europa, ma soprat-
tutto di un’Europa diversa, che non si limiti a chiedere ef-
ficienza e austerità ai Paesi membri, ma cominci a farla
anche nelle istituzioni comunitarie; che non si limiti a sol-
lecitare riforme per la crescita agli Stati europei, ma met-
ta in campo una forte strategia europea per lo sviluppo;
che non si lamenti per la caduta degli ideali europeisti,
ma sia in grado di rilanciare i valori profondi dell’identità
europea: la pace, la tolleranza, la diffusione del benesse-
re e dell’equità sociale.
Sono queste le conclusioni del Convegno nazionale della
Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro “Riformare
l’Italia e l’Europa per competere e crescere”, che si è te-
nuto il 17 maggio scorso al Teatro Massimo di Palermo. Ai
due panel, “L’Europa da costruire” e “Le riforme per esse-
re protagonisti in Europa”, hanno partecipato il presidente
della Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro An-
tonio D’Amato e i Cavalieri Alessandro Scelfo, presidente
del Gruppo siciliano dei Cavalieri del Lavoro, Giorgio Squin-
zi, presidente di Confindustria, Gianfelice Rocca, presiden-
te di Assolombarda, Franco Bernabè, presidente GSMA e
Ferdinando Beccalli Falco, presidente e ad di Ge Europa; i
professori Roberto Lagalla, rettore dell’Università di Paler-
mo, Andrè Sapir dell’Università Libera di Bruxelles, Alberto
Quadrio Curzio, dell’Università Cattolica di Milano e dell’Ac-
cademia dei Lincei e Patrizio Bianchi, già rettore dell’Uni-
versità di Ferrara e oggi assessore alla Formazione della
Regione Emilia Romagna; gli esponenti istituzionali Leo-
luca Orlando, sindaco di Palermo, Enzo Moavero Milanesi,
già ministro degli Affari europei e Giovanni Pitruzzella
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