Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2014 - page 74

CIVILTÀ DEL LAVORO
IV • V - 2014
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DOSSIER
magine coordinata delle nostre produzioni.
È fondamentale presentarsi al mondo con una catena del
valore trasversale che comprenda sia i beni di consumo
– per i quali il made in Italy è più conosciuto – sia i beni
strumentali e le infrastrutture.
Dobbiamo evitare il proliferare di piccole iniziative parcel-
lizzate e concentrare i nostri sforzi su poche azioni di si-
stema di grande visibilità.
Come giudica le azioni avviate dal governo per aiutare
le imprese che vogliano internazionalizzarsi?
Abbiamo apprezzato l’attenzione che questo governo ha
rivolto all’internazionalizzazione e, in particolare, l’attivi-
tà che insieme al vice ministro per lo Sviluppo Economi-
co, Carlo Calenda stiamo portando avanti. L’aumento dei
fondi per la promozione straordinaria del made in Italy
per il 2015 è una misura importante per il nostro sistema
industriale e aiuterà molte pmi a crescere sui mercati in-
ternazionali.
Ora, però, è necessario che questi fondi vengano confer-
mati: avrebbero dovuto essere presenti nella legge di sta-
bilità e così non è stato. Va, invece, nella giusta direzione
la scelta di puntare su pochi eventi fieristici italiani di ca-
rattere internazionale, sui quali investire per elevare mag-
giormente la qualità di tali manifestazioni e diventare an-
cor più competitivi nei confronti degli operatori stranieri.
In Europa ci sono paesi come la Germania, la Francia e la
Spagna che già adottano questa strategia e noi dobbia-
mo perseguirla per affermare con più incisività le eccel-
lenze nazionali.
In cosa le nostre imprese si distinguono rispetto ai
competitor stranieri?
Le pmi si distinguono principalmente per la flessibilità con
cui operano: la dimensione aziendale ridotta consente, in-
All’estero c’è ancora fame di made in Italy?
Come cita un recente studio effettuato da Future Brand,
società di ricerca a livello internazionale, il made in Italy
è più importante che mai perché la globalizzazione ha
cambiato la sua percezione nei confronti del consumatore.
La reputazione del paese è diventata strategica nell’orien-
tare le scelte di milioni di consumatori, soprattutto per al-
cune categorie di prodotti che risentono maggiormente
di questa sensibilità. Mentre una volta il “made in” era
un’opzione, oggi è diventato un asset per il futuro sul qua-
le dobbiamo scommettere.
Come promuovere oggi le nostre eccellenze nel mondo?
La promozione deve puntare a pochi eventi o iniziative
che abbiano però una valenza internazionale. È importan-
te che il sistema Paese si muova coeso per dare un’im-
A
CACCIA
DI
MERCATI
Andare all’estero non è uno scherzo. Bisogna essere preparati, avere una strategia e scegliere con
attenzione dove puntare i propri radar. A metterlo in evidenza è Licia Mattioli, presidente
del Comitato tecnico per l’internazionalizzazione e gli investitori esteri di Confindustria.
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