Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2014 - page 65

CIVILTÀ DEL LAVORO
IV • V - 2014
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INCHIESTA
(finanziamenti per il sostegno
dell’imprenditoria, le startup,
le imprese giovani e l’autoim-
prenditorialità). I progetti
sono spesso di piccolo am-
montare, limitati nel tempo e
non
raccordati in un quadro
organico. Né vi è controllo
che si concentrino su iden-
tici soggetti.
Senza voler generalizzare è
evidente che, accanto a si-
tuazioni dove le competen-
ze sono ben delineate, ve ne
sono altre ove le aree di in-
tervento delle varie ammi-
nistrazioni non sono affatto
definite e dove, soprattutto
negli ultimi decenni, la ricerca del consenso ha spinto al-
cune amministrazioni volutamente a operare in concor-
renza con altre amministrazioni.
Questo è un terreno sul quale occorrerebbe intervenire
con decisione, ridefinendo competenze e aree di inter-
vento con l’obiettivo di portare chiarezza di responsabili-
tà e risparmio di risorse. Inutile dire che in questa area si
colloca anche il dibattito sulla necessaria riforma del Ti-
tolo V della Costituzione.
Una seconda area di interesse è quella della sussidiarie-
tà orizzontale. È questo il campo dei servizi pubblici locali
ove dovrebbe esserci (e non c’è) una chiara distinzione
tra ruolo di indirizzo e controllo, che spetta alla funzione
pubblica, e gestione del servizio che deve essere condotto
da aziende – che siano private o a controllo pubblico po-
co importa – purché soggette a chiare regole di efficien-
za ed economicità del servizio.
Tutto il settore dei servizi pubblici locali rientra in questa
categoria, ove l’adozione dei costi standard, la definizione
di ambiti territoriali che consentano adeguate economie
di scala, la definizione di criteri omogenei per la remu-
nerazione del capitale investito, l’adozione di tariffazioni
adeguate al costo del servizio sono le pietre miliari per
un efficentamento complessivo del settore e per una ri-
duzione dell’onere sulle finanze pubbliche.
La ricerca Bocconi formula,
infine, alcune proposte per
la ripartizione delle funzioni
delle Province. Si parte dal-
la considerazione che le Pro-
vince spendono il 4,8% della
spesa locale: il 63,8% del-
la spesa è a livello Regio-
nale, il 32,4% è a livello di
Comuni e Comunità monta-
ne. L’ammontare della spesa
provinciale è quindi relativa-
mente modesto e in buona
parte non eliminabile tout
court: manutenzione strade,
trasporto pubblico, gestione
edifici scolastici continueran-
no ovviamente a essere ne-
cessari. Ma al di là della relativa modestia dell’ammon-
tare della spesa in questione, è proprio partendo da qui
che potremmo esaminare metodi efficienti di sussidiarie-
tà verticale o orizzontale di cui abbiamo parlato. Sareb-
be, infatti, assurdo sopprimere solo l’organismo elettivo
di controllo politico e lasciare intatta la struttura burocra-
tica semplicemente cambiandole il nome (da provincia-
le a intercomunale). Il riassetto delle Province sarà, quin-
di, un banco di prova importante per misurare la capacità
del Paese a operare un vero cambiamento. Il sistema dei
tagli lineari alla spesa ha dimostrato tutti i propri limiti,
è tempo di imboccare una strada diversa.Anni fa diven-
ni responsabile di un’azienda che attraversava una lunga
crisi. Il management, di fronte a una nuova richiesta di
riduzione costi, rispose che aveva già fatto molto in ogni
struttura e che un’ulteriore riduzione avrebbe portato l’a-
zienda al collasso.
Obiettai che l’azienda mi pareva un “elefante”, diventato
un po’ più magro in seguito alla crisi, ma pur sempre un
elefante. E che nel nuovo contesto competitivo avremmo
avuto bisogno non di un elefante, ma di un cavallo. Oggi
l’azienda è sana e prospera dopo aver completato la pro-
pria trasformazione genetica. Anche la Pubblica Ammini-
strazione, elefante non troppo magro, deve compiere la
propria trasformazione genetica.
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