Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2014 - page 79

CIVILTÀ DEL LAVORO
IV • V - 2014
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DOSSIER
ganizzata, può darci enormi soddisfazioni occupando in
tempi rapidi tantissime persone, soprattutto giovani. Biso-
gnerebbe creare uno strumento governativo che accorpi
turismo-cultura-servizi con una forte vocazione economi-
ca e che abbia l’obiettivo di attrarre anche grandi investi-
menti stranieri in Italia. Alla guida di tutto questo non ser-
vono politici ma persone che conoscono la materia, che
sanno gestire in modo pragmatico i processi e con rela-
zioni internazionali consolidate.
Un altro fattore importante è fare in modo che l’eccellen-
za di molti mestieri non scompaia: i giovani non si avvici-
nano a certi lavori che, se fossero ben spiegati e motivati,
avrebbero – sono sicuro – il loro gradimento. È importan-
te quindi che il mondo della scuola si faccia carico di in-
teressare gli studenti a questi possibili scenari rendendoli
attraenti, con una serie di iniziative, rivalutando molto gli
istituti professionali e facendoli diventare luoghi di raccolta
di futuri talenti. Si pensi al successo del mestiere di cuo-
co e a quanti giovani, grazie ad alcune trasmissioni tele-
visive, desiderano oggi imparare quel lavoro e quindi a
quanti potenziali proprietari di ristoranti stanno nascen-
do per il futuro: questo è quello che intendo dire quando
parlo di progetti che possono creare occupazione in fret-
ta e a basso costo.
Per quanto riguarda le grandi imprese nel made in Italy,
vista la latitanza dello Stato, sono tutte più o meno pre-
parate per gestire il loro futuro in autonomia perché so-
no state finora costrette a fare da sole. Per queste azien-
de sarebbe importante essere supportate dallo Stato nei
grandi progetti strategici tra paesi, che permetta loro di
avere regole e rapporti industriali e commerciali, che fa-
vorisca lo scambio delle merci o permetta di proteggere
i propri prodotti da attacchi scorretti e spesso fuori legge,
evitando il proliferare dei prodotti falsi provenienti dall’e-
stero, proteggendo i nostri brevetti e molto altro ancora.
Un esempio di come sapremo fare le cose lo potremmo
vedere tra alcuni mesi con l’Expo di Milano: questa sa-
rà un’occasione per lo Stato e la politica di dimostrarci la
forza del paese e anche del made in Italy e, se sbaglie-
remo, avremo perso una grande e irripetibile occasione.
Ovviamente tutti ci auguriamo che le cose vadano per il
meglio, sarebbe un forte e utilissimo segnale al mondo
intero per la reputazione del nostro Paese.
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