Civiltà del Lavoro, n. 1/2015 - page 76

INTERVENTO
CIVILTÀ DEL LAVORO
I - 2015
76
La seconda guerra mondiale con i suoi eccessi di atrocità,
dai campi di concentramento ai gulag, ha causato un
risveglio delle coscienze sulla necessità di ribadire il valore
della dignità e tutte le Costituzioni nazionali europee
hanno accolto questo bisogno. Ha cominciato proprio la
Costituzione tedesca nel 1949 (i tedeschi avevano la coda
di paglia lunga chilometri), che si apre in nome della
dignità, fondamento di tutti i diritti.
Su questo piano si sono collocate anche le principali
Dichiarazioni internazionali: la Dichiarazione universale
dei diritti dell’uomo e la Convenzione europea dei diritti
dell’uomo, che ha dato luogo alla costituzione del Consiglio
d’Europa e della Corte europea di Strasburgo. L’Europa
nasce e si sviluppa proprio attraverso un’estrema attenzione
al concetto di dignità e ai diritti fondamentali che sono
espressione di questa.
La nostra Costituzione pone a fondamento della Repubblica
il lavoro, diritto e dovere per tutti. Sceglie, quindi,
un’impostazione più pragmatica, dal momento che il
nostro Paese aveva da confrontarsi con tutta una serie
di problemi legati alla conflittualità interna tra partiti che
avevano fatto la resistenza e partiti che l’avevano subita,
tra società civile e società politica sclerotizzata.
La dignità, nella Costituzione Italiana, è enucleata all’art.
3, nel quale si afferma l’uguaglianza di tutti di fronte alla
legge, senza distinzioni di razza, di sesso, di religione, di
situazione economica; si ribadisce nello stesso articolo
che tutti abbiamo pari dignità ed è compito della
Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena
partecipazione di ciascuno alla vita politica e sociale del
paese. E queste statuizioni vengono non a caso dopo l’art.
2, che ha ricordato che l’identità dell’uomo e della donna
è segnata da una serie di diritti inalienabili e inviolabili,
ai quali, però, si accompagnano dei doveri inderogabili di
solidarietà economica, politica e sociale. La concezione di
dignità come pari dignità sociale prende corpo in questa
dimensione: ai diritti inviolabili, come il diritto alla vita,
alla libertà, all’informazione, corrispondono dei doveri di
solidarietà che devono servire a trovare un equilibrio al
paradosso del fatto che siamo tutti uguali e siamo tutti
anche contemporaneamente e profondamente diversi. Il
pluralismo e la minoranza sono il sale della democrazia
e della vitalità; la diversità è un valore, a condizione che
non diventi differenza e discriminazione in senso negativo.
La Costituzione fotografa ancora la dignità in altri due
articoli importanti: nell’art. 41, in cui è sancita la libertà di
iniziativa economica, che non può svolgersi in contrasto
con la dignità, e nell’art. 36, espressione eloquente di
una Costituzione “lavorista” qual è la nostra, che assicura
a tutti una retribuzione che consenta al lavoratore e alla
sua famiglia una vita dignitosa.
Molte altre norme della Costituzione si occupano
implicitamente di dignità: l’art. 13, quando vieta le violenze
sui detenuti; l’art. 32, che con il diritto fondamentale alla
copertina 1...,66,67,68,69,70,71,72,73,74,75 77,78,79,80,copertina 3,copertina 4
Powered by FlippingBook