Civiltà del Lavoro, n. 3/2014 - page 36

CIVILTÀ DEL LAVORO
III - 2014
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INCHIESTA
dall’inizio questa scelta a interessi ar-
tistico-letterari che oggi hanno preso
il sopravvento. Giulio Filippo fin dalla
più giovane età ha dimostrato un par-
ticolare interesse per il collezionismo,
sapendo affiancare a questa sua pre-
dilezione un percorso di studi molto
positivo, culminato con un MBA a Bo-
ston. Per gli altri giovani che ora lo af-
fiancano l’assunzione viene conferma-
ta dopo attenti e approfonditi incontri
che diventano ancora più ardui per chi
è destinato a futuri incarichi di respon-
sabilità. Generazionalmente viene tra-
smesso il detto che alla Bolaffi “o si sta
poco o si sta tanto” e molti sono stati -
e ci auguriamo saranno - i collaboratori
che hanno passato tutta, o quasi tutta,
la loro vita professionale presso di noi.
LUNELLI:
Mio padre Bruno è sta-
to una grande fonte di ispirazione per
me. Dopo aver lavorato duramente per
anni per far crescere la Ferrari, ha pas-
sato il testimone ancora relativamente
giovane e in forze. Ho quindi ritenuto
opportuno procedere allo stesso modo
con i miei nipoti, ma ponendo dei pa-
letti importanti e dando una linea guida
chiara. Nei patti di famiglia, con l’aiu-
to dei consulenti Ambrosetti, ho volu-
to porre alcuni requisiti fondamenta-
li, propedeutici all’ingresso nel gruppo
di famiglia. In primis le nuove genera-
zioni, prima di entrare in azienda, de-
vono fare una esperienza pluriennale
all’estero in grandi multinazionali per
acquisire competenze manageriali, un
bagaglio linguistico importante e, so-
prattutto, per imparare a lavorare “sotto
padrone”. In secondo luogo ho voluto
cooptare delle persone di alto spesso-
re, ma esterne al gruppo e alla fami-
glia, in un comitato di valutazione per
avere un giudizio imparziale a cui sot-
toporre le candidature dei giovani, va-
lutare le loro carriere, pianificare il loro
futuro. Il primo a entrare nel gruppo è
stato Marcello, dopo esperienze in va-
rie cantine vini in Sudafrica e in Cali-
fornia: oggi è vicepresidente di Ferrari
e responsabile della produzione e ha
così assecondato la sua formazione di
enologo e laureato in scienze agrarie. È
poi arrivato Matteo, oggi presidente di
Ferrari e amministratore delegato del-
la holding, reduce da una esperienza in
Goldman Sachs a Zurigo, Londra e New
York; Camilla, attualmente responsabile
della comunicazione, forte di anni all’e-
stero con esperienze prima in Deloit-
te e poi nel terzo mondo in Africa con
lo Undp (United Nations Development
Programme, ndr), il programma di svi-
luppo dell’Onu; Alessandro, il più giova-
ne, che dopo aver iniziato la sua carriera
in consulenza in McKinsey, ha assun-
to incarichi di rilievo in Unilever a Mi-
lano, Manila e Singapore e che ha ora
la responsabilità della programmazio-
ne e del controllo delle Cantine Ferra-
ri, oltre ad essere consigliere delegato
dell’Acqua minerale Surgiva e consi-
gliere di amministrazione di Bisol, una
delle più importanti aziende di Prosec-
co. In quest’ultima siamo recentemente
entrati tramite un aumento di capita-
le utile a finanziare un grande piano di
Valentina ed Ernesto Pellegrini
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