Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2014 - page 63

CIVILTÀ DEL LAVORO
IV • V - 2014
63
INCHIESTA
La ricerca analizza in primo luogo i totali della spesa pub-
blica in Lombardia (articolata per Stato, enti centrali dello
Stato, Regioni, Province, Comuni e imprese locali) al lor-
do e al netto delle politiche previdenziali e dell’onere del
debito dello Stato (queste due voci da sole rappresenta-
no circa la metà della spesa pubblica). La spesa, al netto
di previdenza e debito, viene poi analizzata per grandi ca-
tegorie e, all’interno delle categorie, per singole Missioni.
I dati parlano da soli e non occorre commentare l’ammon-
tare assoluto delle spese, né la proporzione tra le varie
categorie di spese.
Quanto destinare a istruzione piuttosto che a difesa, quan-
to a sanità rispetto a giustizia deve essere compito del
dibattito politico. Come pure la politica dovrebbe dibatte-
ticale tra i vari livelli di organizzazioni pubbliche. Se per
alcune categorie di spesa pare logico avere il concorso
di ogni livello istituzionale al raggiungimento di un fine
pubblico, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze,
per altre categorie di spesa pare francamente pleonasti-
co e a volte bizzarro far intervenire sullo stesso tema una
pluralità di soggetti.
Alcuni esempi nei quali la complementarietà dei vari li-
velli di intervento pare ben definita sono: il soccorso ci-
vile, il diritto alla mobilità, la casa e l’assetto urbanistico.
Dove, viceversa, non appaiono chiari i criteri di suddivisio-
ne delle competenze sono: l’agricoltura, la competitività e
sviluppo, la tutela del territorio e dell’ambiente, il turismo,
le politiche del lavoro e diritti sociali, le politiche sociali e
STATO, REGIONI, PROVINCE
E COMUNI PARLANO DIVERSI
“DIALETTI CONTABILI”.
È COME SE UN GRUPPO
DI AZIENDE VOLESSE FARE
IL BILANCIO CONSOLIDATO
SENZA ADOTTARE LO STESSO
PIANO DEI CONTI
re l’ampiezza dell’intervento
dello Stato centrale e perife-
rico in così tanti aspetti del-
la vita economica e sociale
del Paese, col risultato di di-
sperdere le risorse finanzia-
rie in tanti rivoli che mettono
a rischio la funzionalità dei
servizi essenziali dello Stato.
Mi limiterò a osservazioni di
carattere, per così dire, orga-
nizzativo.
Il primo aspetto da chiarire
è quello di sussidiarietà ver-
della famiglia. In questi casi
risulta un’apparente casualità
con probabili sovrapposizio-
ni e inefficienze operative.
Nel caso di “sostegno all’im-
prenditoria”, ad esempio, in-
tervengono tutti i livelli di
Governo: oltre allo Stato, le
Regioni (incentivi per il com-
mercio, l’industria, l’artigiana-
to e l’efficienza energetica),
la Provincia (imprenditoria
sociale e sostegno all’oc-
cupazione) e i Comuni
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