Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2014 - page 54

CIVILTÀ DEL LAVORO
IV • V - 2014
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INCHIESTA
Organi rappresentativi e Pubblica amministrazione vanno riformati in profondità
ALL'ITALIA
SERVE
UNO
“SHOCK ISTITUZIONALE”
di Francesco Rosario Averna, Vice Presidente Credito Siciliano - Gruppo Creval
del mondo politico-sindacale), porterà finalmente l’Ita-
lia ad avere un mercato del lavoro più moderno, flessibi-
le ma anche più equo. Infatti lo Statuto dei lavoratori nel
corso degli anni, complici un sindacato ancorato a vecchi
schemi ideologici e una magistratura del lavoro spesso
pregiudizialmente ostile all’impresa, è diventato lo “sta-
tuto dei lavativi”. Chi scrive, infatti, ha subìto in passato
un episodio aberrante dato dal
capzioso utilizzo dell’articolo
18, con un dipendente inope-
roso reintegrato in una causa
di lavoro durata dodici anni e
costata all’azienda centinaia di
migliaia di euro.
La legge di stabilità presentata
in questi giorni contiene alcune
positive misure di sostegno al
mondo produttivo e all’occu-
pazione, nonché un taglio di
15 miliardi di euro alla spesa
pubblica, che sarebbe il pri-
mo esempio significativo nel
nostro Paese di trasferimento
di risorse da spesa pubblica
improduttiva a sostegno allo
sviluppo. Non a caso subito si
sono levate voci scandalizza-
te di valvassori e valvassini lo-
cali, che paventano tagli nei servizi prima ancora di aver
tentato di ridurre i loro privilegi e gli enormi sprechi del-
le amministrazioni locali, non considerando che le loro
spese fino a ora non hanno mai smesso di aumentare.
Non vorrei che nelle prossime settimane si assistesse
all’ennesimo “assalto alla diligenza”, con un Governo che,
QUALI SONO I MOTIVI
per i quali l’Italia dall’i-
nizio del nuovo secolo ha un tasso di crescita tra i più bas-
si tra i paesi sviluppati e ormai da sette anni è entrata in
una crisi recessiva che non ha eguali nel dopoguerra e da
cui non riesce a uscire?
Ormai tutte le ricerche effettuate sono concordi nel rilevare
che i motivi principali dell’aggravarsi di questa crisi sono
da un lato un carico fiscale del
tutto insostenibile e dall’altro
la farraginosità dell’apparato
istituzionale-amministrativo,
che ci pone agli ultimi posti
nella graduatoria europea e
persino dietro molti paesi in
via di sviluppo. Questa valu-
tazione è confermata da tutte
le graduatorie elaborate dagli
organismi internazionali.
Ad esempio, nella graduato-
ria “Doing Business 2013” del-
la Banca Mondiale l’Italia è
al 25° posto su 27 tra i Pae-
si Ue e al 73° posto su 185
a livello mondiale; inoltre fi-
gura all’84° posto per l’avvio
dell’attività d’impresa, al 131°
per gli oneri fiscali e addirit-
tura al 160° per i tempi del-
la giustizia civile.
Il Governo Renzi è fortemente convinto della necessità di
accelerare il processo di riforme e ha avviato alcuni prov-
vedimenti di grande rilievo. Il “Jobs Act”, se realizzato se-
condo le linee-guida della legge delega (cosa niente af-
fatto scontata, date le resistenze della parte più retriva
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