Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2013 - page 63

CIVILTÀ DEL LAVORO
IV • V - 2013
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DOSSIER
le proprie aziende, i Cavalieri del Lavoro sono ben con-
sapevoli delle difficoltà e dei limiti che l’inserimento dei
giovani nel mondo del lavoro comporta, dovuti non sol-
tanto alle attitudini proprie di una generazione che non
si è trovata, perlopiù, a dover sopportare i sacrifici del-
le precedenti, ma anche ai problemi di un sistema edu-
cativo ritenuto impermeabile alle richieste delle imprese
e inadatto a rispondere alla domanda di professionalità
espressa dall’attuale sistema economico.
A tal proposito, il sistema formativo italiano non ottiene
dai Cavalieri del Lavoro un giudizio uniforme. Se l’istruzio-
ne secondaria di tipo tecnico viene, infatti, valutata com-
plessivamente insoddisfacente, i percorsi universitari, al
contrario, sono giudicati molto diversamente in base al-
la durata del ciclo di studi. Da un lato, infatti, si riconosce
solidità ed efficacia ai percorsi di laurea quinquennale,
giudicati ampiamente all’altezza delle aspettative e del-
le esigenze di competenze espresse dal mondo del lavo-
ro (82,5%). Dall’altro, però, si registra una bocciatura su
tutta la linea delle lauree triennali, ritenute scarsamente
utili e poco formative.
Quasi la metà dei Cavalieri del Lavoro giudica l’istruzione
secondaria di tipo tecnico complessivamente inadeguata
alla luce dei bisogni del sistema produttivo (47,6%), con
un 10,5% di rispondenti che la valuta del tutto inadegua-
ta. Un tassello dell’offerta formativa che prima era assolu-
tamente funzionale al sistema delle imprese, mentre og-
gi segna il passo, soprattutto per via della distanza dalle
imprese che si fa sempre più ampia.
Se le opinioni dei Cavalieri del Lavoro sull’istruzione tecnica
secondaria sono comunque discordi, sulla laurea triennale
il parere è molto più omogeneo: in questo caso è, infatti,
il 70,6% degli interpellati a dare una valutazione negati-
va dei percorsi formativi, con un 14% che ritiene questo
ciclo di studi completamente inadeguato ai fini dell’inse-
rimento dei giovani in azienda. A ben guardare, gli im-
prenditori intervistati sottolineano come i profili triennali
siano figure “non funzionali” per il mondo del lavoro ita-
liano, anche perché a fronte di una preparazione teorica
meno approfondita rispetto ai quinquennali, non posso-
no far valere dei contenuti pratici e specialistici più solidi,
poiché il percorso universitario triennale ricalca in tutto e
per tutto i primi tre anni dei corsi quinquennali.
Le valutazioni dei Cavalieri del Lavoro fotografano anche le
principali problematiche legate all’inserimento in azienda
dei giovani, un processo che non è sempre agevole. Tra i
principali ostacoli che le aziende incontrano, vengono in-
dicate al primo posto le eccessive aspettative di natura
economica dei neoassunti (35,3%) unite a una scarsa atti-
tudine al lavoro tecnico/manuale (32,3%) da parte dei
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