Civiltà del Lavoro, n. 1/2013 - page 28

CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2013
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INCHIESTA
superiore ai 9 punti percentuali. Nello stesso periodo la
produzione industriale è diminuita del 25% circa e gli in-
vestimenti in misura anche maggiore. La prospettiva per
l’immediato futuro è timidamente positiva: negli ultimi
quattro trimestri la dinamica congiunturale negativa ha
registrato una graduale attenuazione. È troppo presto per
dire se questa attenuazione
della velocità di caduta sia
la premessa a una reale ri-
presa. Sperando che que-
sta incertezza venga sciolta
positivamente, è comun-
que opportuno evidenzia-
re che per tornare ai livelli
pre-crisi bisognerà comun-
que aspettare la metà del
prossimo decennio.
Questo è lo scenario nel
quale vanno letti i dati
sull’andamento del credi-
to al sistema produttivo.
Nell’area dell’euro (ottobre
2013) solo in cinque paesi
la consistenza dei prestiti
alle imprese registra una
crescita annua; Germania
e Francia propongono una
leggera flessione (entro il
mezzo punto percentuale);
in Spagna la contrazione è a doppia cifra (-13,5%); la me-
dia per l’area è pari a -3,7%. L’Italia è a -5,2%. La con-
clusione da trarne non può essere quella un po’ stupi-
da del “mal comune mezzo gaudio”, ma piuttosto quella
che credito e crescita sono due problemi intrecciati e di
dimensione europea.
Un’ulteriore sottolineatura è importante: in Italia, non di-
LA DIFFICILE CONGIUNTURA
che vive il
nostro Paese investe in ampia misura imprese e banche
e inevitabilmente complica i loro rapporti reciproci. L’a-
nalisi dello scenario può essere un esercizio utile se ha
l’obiettivo di rintracciare le cause profonde di queste dif-
ficoltà; è, invece, uno sforzo sterile se mira ad alimentare
una polemica di corto re-
spiro congiunturale.
Il nostro Paese e l’Europa
sono da tempo afflitti da
un “growth crunch”, vale
a dire da un indebolimen-
to del processo di crescita,
grave nelle dimensioni e
di acclarata natura struttu-
rale. Le stime per il 2013
pubblicate recentemente
dal Fondo Monetario Inter-
nazionale lo ribadiscono di
nuovo: i paesi dell’Euro-
pa mediterranea insieme
a qualche paese dell’Eu-
ropa Settentrionale si ap-
prestano a chiudere l’an-
no con un consuntivo dai
toni indubbiamente reces-
sivi (dal -4,2% della Grecia
al -1,3% dei Paesi Bassi);
il resto dell’eurozona può
vantare tassi di crescita appena positivi, ma di dimensio-
ne quasi insignificante (Francia +0,2%, Germania +0,5%).
Per l’area dell’euro un anno di sviluppo mancato (-0,4%).
In questo scenario la collocazione dell’Italia non è certa-
mente delle più felici. In 14 dei 22 trimestri che separano
l’inizio del 2008 da metà 2013, il Pil dell’Italia ha registrato
una variazione a/a negativa, con una caduta complessiva
RAFFORZARE
LE
BASI FINANZIARIE
DELLE
PMI
di Luigi Abete, Presidente BNL Gruppo BNP Paribas
È un obiettivo cui le banche sono particolarmente interessate
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