CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2013
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INCHIESTA
versamente dal resto dell’Europa, la contrazione del cre-
dito alle imprese è meno ampia di quanto non lasciano
intravedere le statistiche e di quanto una parte della pub-
blicistica si ostini a ripetere. L’abbondante liquidità im-
messa dalle banche centrali (Bce, Federal Reserve, Bank
of Japan, Bank of England) ha determinato una sensibile
riduzione dei rendimenti finanziari e conseguentemente
indirizzato l’attenzione degli investitori verso quei com-
parti del mercato in grado di offrire attività con rendimen-
ti più elevati a fronte di una limitata crescita del rischio.
Da qui la diffusa riscoperta delle obbligazioni societarie.
Nel suo ultimo Rapporto sulla Stabilità Finanziaria, la Ban-
ca d’Italia ha evidenziato che i gruppi che hanno emes-
so titoli nel primo semestre del 2013 hanno ridotto l’in-
debitamento bancario del 13%, a fronte di una crescita
dell’1% per gli altri gruppi presi in esame. Indicazione del-
la stessa natura emerge dall’andamento del flusso del-
le nuove erogazioni. In sintesi, le imprese di dimensione
maggiore hanno parzialmente sostituito l’indebitamento
bancario con risorse raccolte sul mercato tramite emissio-
ne di titoli di debito.
Avviato (seppure non con l’energia desiderata) è poi il su-
peramento del “liquidity crunch” indotto sulle imprese dai
ritardi nei pagamenti del-
la Pubblica amministrazio-
ne. La decisione di elimina-
re l’arretrato (Dl 35/2013)
sta cominciando a tradur-
si in realtà: alla fine di ot-
tobre risultavano effettuati
pagamenti alle imprese per 14 miliardi di euro, un impor-
to raddoppiato nell’arco degli ultimi due mesi.
Alla fine del 2014 l’importo rimborsato dovrebbe avvici-
narsi ai 50 miliardi. Si tratta di un rimborso ancora mol-
to parziale (la stima dei pagamenti arretrati non è lon-
tana dai 100 miliardi), ma comunque importante perché
inverte un problema i cui effetti sono stati lungamente e
colpevolmente sottovalutati. Per valutare l’ampiezza dei
benefici che questa inversione di tendenza può determi-
nare, è opportuno ricordare che il totale dei finanziamenti
bancari alle imprese si aggira intorno a 830 miliardi, dei
quali il 40% circa con scadenza inferiore all’anno e oltre
un quarto costituiti da semplici scoperti di conto corrente.
La rinfusione di questa liquidità nelle casse delle impre-
se determinerà certamente un miglioramento dell’affida-
bilità finanziaria di molte imprese, con l’attenuazione di
quel preoccupante processo di deterioramento del por-
tafoglio prestiti che le banche fronteggiano da tempo: a
metà 2013 i finanziamenti di incerto recupero alle ban-
che ammontavano a circa 169 miliardi, dei quali oltre 90
classificati al livello più grave (sofferenze).
Rafforzare le basi finanziarie delle Pmi italiane è obiettivo
cui le banche sono molto interessate, affermazione che qui
vorrei documentare con tre
riferimenti precisi. Il primo,
che guarda all’emergenza
congiunturale, è l’“Accordo
per il credito 2013”: offre
l’opportunità di una mo-
ratoria dei pagamenti
»
ossigeno alle imprese grazie
al rinnovo dell' “accordo per
il credito” e dall'avvio di un
mercato dei “mini bond”