Civiltà del Lavoro, n. 1/2013 - page 25

CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2013
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INCHIESTA
Il Fondo Strategico Italiano è un fondo di partecipazione al
capitale delle grandi imprese di rilevante interesse nazio-
nale che intendono rafforzare la propria posizione compe-
titiva sui mercati nazionali e internazionali. È dotato di un
capitale di 4,4 miliardi di euro, di cui 2,5 miliardi già im-
pegnati in 8 società leader nei rispettivi settori di appar-
tenenza. Ha inoltre costituito una joint venture col fondo
sovrano del Qatar dotata di 2 miliardi da investire nelle
società del made in Italy. Dalla sua costituzione il fondo
ha avuto contatti con oltre 200 imprenditori, manager e
associazioni di categoria.
Il Fondo Italiano d’Investimento è un fondo di capitale ri-
volto alle piccole e medie
imprese, nato con l’obiet-
tivo di generare nel medio
termine un nucleo consi-
stente di “medi campioni
nazionali”. È dotato un ca-
pitale di 1,2 miliardi di eu-
ro (di cui 250 milioni dalla
Cassa Depositi e Prestiti) e
si rivolge potenzialmente a
15.000 imprese italiane, di
cui 10.000 solo nel setto-
re manifatturiero. Il fondo
detiene oggi 29 partecipa-
zioni dirette e 14 indirette,
attraverso fondi o società d’investimento, per un impor-
to complessivo di 695 milioni di euro. Nel complesso le
imprese che hanno beneficiato degli investimenti diretti
occupano oltre 10.000 dipendenti, fatturano circa 1,9 mi-
liardi di euro e hanno un’incidenza media delle esporta-
zioni sul fatturato del 45%.
Se si includono anche le imprese oggetto d’investimento
da parte dei fondi partecipati dal Fondo Italiano d’Inve-
stimento, il totale delle aziende finanziate sale a 73, per
un numero complessivo di addetti pari a oltre 23.000 e
un fatturato di circa 3,6 miliardi di euro.
Un’altra area di intervento della Cassa è legato all’in-
ternazionalizzazione con Sace, Simest e con la ban-
ca per l’export. Che bilancio si può fare di questa at-
tività fondamentale per il nostro sistema produttivo?
Il sostegno finanziario della Cassa Depositi e Prestiti, la
garanzia di Sace, l’esperienza di Simest nel reperimento
del capitale di rischio e il pieno coinvolgimento delle ban-
che nell’organizzazione di operazioni di finanziamento alle
imprese esportatrici italiane hanno fatto del sistema “Ex-
port Banca” uno strumento unico per il finanziamento di
operazioni volte ad accrescere il grado di internazionaliz-
zazione e le esportazioni delle imprese italiane.
La Cassa Depositi e Prestiti ha messo a disposizione 6 mi-
liardi di euro, di cui oltre 3,3 miliardi già impiegati nei set-
tori crocieristico, elettrico, oil & gas, difesa, chimico e pe-
trolchimico, infrastrutture e costruzioni.
Uno dei problemi storici della nostra economia produt-
tiva è la scarsa propensione delle imprese alla quota-
zione in Borsa: cosa si potrebbe fare per aumentarne
il ricorso diretto al mercato finanziario senza passare
dal credito bancario?
Ad oggi, in Italia, risultano
283 società quotate, con un
rapporto capitalizzazione-Pil
del 26%. Le società quotate
sono 817 in Francia e 933
in Germania, con una capi-
talizzazione di mercato ri-
spettivamente pari al 70%
e 44% del Pil. In particola-
re, sono le piccole e medie
imprese, pilastro della strut-
tura produttiva italiana, ad
avere le maggiori difficoltà
ad accedere ai mercati dei
capitali.
Tale fenomeno è diffuso anche in altri Paesi europei, ma
nel caso italiano assume proporzioni molto più rilevanti.
Per incentivare l’accesso diretto delle Pmi italiane al ca-
pitale, sarebbe necessario semplificare i requisiti di am-
missione alla quotazione in Borsa, le procedure e la do-
cumentazione da presentare, le disposizioni normative in
tema di obblighi informativi. Al tempo stesso risulterebbe
auspicabile aumentare gli incentivi fiscali per le imprese
che si quotano e per i soggetti che investono nelle stes-
se. Ad esempio, potrebbe essere creato un fondo di fon-
di, di tipo chiuso, in grado di richiamare un primo gruppo
di investitori stabilmente dedicati alle small cap quotate e
quotande, potrebbero essere previste agevolazioni fiscali
in caso di acquisizione o fusione tra due imprese, alme-
no una delle quali sia quotata, e meccanismi di sgravio
nel calcolo dei requisiti patrimoniali per gli investimenti
in imprese di recente quotazione.
Lo stesso intervento dei due fondi sopracitati può agevo-
lare e incentivare il percorso verso la quotazione in Borsa.
Altre proposte per incentivare la quotazione sono conte-
nute in un paper recentemente predisposto dalle Fonda-
zioni Res Publica e Astrid.
(p.m.)
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