CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2013
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INCHIESTA
mercato del credito. Anche sotto questo aspetto il priva-
te banking può intervenire con servizi mirati, quali linee
di credito sui patrimoni con finalità di ricapitalizzazione
delle società, soluzione flessibile e con costi decisamente
contenuti rispetto ai normali affidamenti bancari.
Nonostante quanto detto risulti evidente, esiste ancora
un’ampia fetta di mercato che ancora oggi si rivolge alle
banche tradizionali, a operatori di sportelli bancari o po-
stali, o semplicemente a conoscenze personali, facendo
fede sulla certezza talvolta illusoria di rapporti di lungo
corso. Secondo una ricerca di Aipb, a fare ricorso ad advi-
sor o strutture specializzate è una percentuale pari al 46%
di quelle 600mila famiglie che possiedono una ricchezza
superiore a 500mila euro; tra queste solo il 20-25% sce-
glie di delegare completamente a specialisti del settore
la gestione dei propri investimenti.
Gli operatori, incoraggiati anche dal fatto che l’atteggia-
mento degli italiani in materia sta lentamente evolvendo,
guardano con attenzione a questi risultati che rappresen-
tano un vasto bacino di clientela potenziale. Il progetto è
però plausibile a patto di scendere in campo con gli stru-
menti e le competenze adeguate, ovvero con un servi-
zio di private banking fortemente orientato a un model-
lo di consulenza, in grado di trasmettere consapevolezza
e aggiungere valore.
Il mercato italiano del private banking è un mercato impor-
tante in termini dimensionali, ma caratterizzato da un’as-
senza di crescita. Ciò ha generato una guerra sui prezzi,
ovvero sulle commissioni, che ha portato in perdita mol-
te aziende concorrenti, preoccupate solo di accrescere le
masse a scapito della redditività. Questa politica folle ha
significato anche zero investimenti e dequalificazione del
servizio offerto ai clienti. Ci sono segnali che indicano co-
me finalmente il pendolo stia ritornando verso un mo-
dello di business in cui l’attenzione è totalmente focaliz-
zata sulle competenze interne necessarie per erogare la
qualità che i clienti richiedono.
In questa direzione si sta orientando il polo italiano di ec-
cellenza nel private banking Kairos Julius Baer Sim, di cui
sono Presidente. Un polo che è nato dalla combinazio-
ne delle attività di private banking dei Gruppi Kairos In-
vestment Management e Julius Baer Group Ltd. L’obiettivo
è l’apertura in Italia di una banca privata indipendente, de-
dicata alle attività di gestione patrimoniale e consulenza.
Un progetto “glocal” che unisce l’internazionalità del grup-
po svizzero alla conoscenza e competenza territoriale del-
la società italiana. Un punto di riferimento per gli impren-
ditori, che potranno contare su una consulenza ad ampio
spettro sulle gestioni e, più in generale, su una piattafor-
ma globale e un servizio innovativo, fondato su una spic-
cata personalizzazione della gestione. In questo particolare
momento storico segnato dalla crisi finanziaria, che vede
parallelamente un’evoluzione in corso del Wealth Mana-
gement, sono indispensabili realtà in grado di affiancare
le aziende italiane e di rispondere alle più ampie esigen-
ze della clientela privata e istituzionale. Assisteremo nei
prossimi anni a un graduale cambiamento culturale, che
vedrà sempre più imprenditori fare la scelta di affidare la
gestione dell’intero patrimonio a un unico interlocutore.
In questo senso la conoscenza approfondita e il continuo
dialogo costituiscono i presupposti per migliorare le per-
formance. Le società che operano nel settore dovranno
strutturarsi per soddisfare le esigenze degli imprendito-
ri, allargando i servizi e affiancando le famiglie in tutte
le fasi della gestione finanziaria. Personalmente la repu-
to una sfida che già stiamo vivendo giorno per giorno al
fianco di moltissimi manager e che crediamo contribuirà
a dare una svolta nel settore del risparmio gestito e nel-
la governance delle aziende italiane.
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Fabrizio Rindi, nato nel 1941, è stato nominato
Cavaliere del Lavoro nel 2003. È presidente della
banca svizzera Julius Baer Italia. Ha svolto fino al
2005 la sua attività nel settore assicurativo ed è stato
presidente di Aurora Assicurazioni, la compagnia nata
dalla fusione di Winterthur e Meieraurora.