Civiltà del Lavoro, n. 1/2013 - page 39

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INTERVISTA
CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2013
a stretto contatto con costumisti e scenografi, anche del
calibro di Sandy Powell. La loro bravura ha reso sempre
facile, direi naturale il mio lavoro.
Come se l’avessi sempre fatto. In generale posso dire che
sono abituata a lavorare in team. In azienda ci lega il cul-
to del bello e tendiamo tutte alla perfezione: è il modo
migliore per stupire un pubblico sempre più eterogeneo,
magari più tecnico e critico. Al contempo sono ambizio-
sa, ma più che il ritorno economico immediato, per me è
rilevante la ricaduta pubblicitaria a lunga gittata.
I suoi tessuti piacciono molto all’estero. Da quali paesi
provengono le richieste più sofisticate?
I miei clienti sono principalmente russi e orientali, ara-
bi in particolar modo. Si fidano molto del mio gusto e io
faccio di tutto per stupirli: c’è il rischio di confonderli, ma
creo continuamente novità. Così i miei clienti hanno am-
pia scelta con qualità e stili ricercatissimi, tipici del più al-
to made in Italy.
E la richiesta più curiosa che ha ricevuto?
Sono moltissime. L’ultima: una stanza tutta tappezzata di
seta a cuori per la camera da letto della figlia di uno sceic-
co di cui non posso fare il nome, ovvio.
meglio, raggiungendo livelli qualitativi sempre più alti.
Tutte, come in una grande famiglia, mi hanno accompa-
gnato in questa avventura bellissima e con loro condivi-
do la gioia dei successi.
Quale è il suo cliente tipo?
Lavoro dall’arredamento alla decorazione, dalla moda al
cinema: non ho quindi un cliente tipo. Il target è medio-
alto, in certi casi altissimo.
Può essere il cliente privato con villa da 3.000 mq o me-
ga yacht da arredare o la stilista che mi ha fatto ridurre
un disegno di vasi cinesi su un tessuto tutto bianco per
farne soprabiti da bambina.
Per la stessa casa di moda ho realizzato un tessuto con
note musicali e chiavi di violino, emblema del brand.
Come cambia il rapporto con il cliente quando si la-
vora, come lei ha fatto, per importanti produzioni ci-
nematografiche?
Lavorare per il cinema è un’esperienza straordinaria.
Oltre a essere creativa, la moda e la sartoria mi hanno
appassionata sin da bambina.
La capacità di immaginazione è di grande aiuto, consen-
te di proporre quasi sempre i tessuti giusti. Ho lavorato
copertina 1...,29,30,31,32,33,34,35,36,37,38 40,41,42,43,44,45,46,47,48,49,...copertina 4
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