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CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2013
INTERVISTA
fiduciaria che passa attraverso la conoscenza dell’insegna
costituisce tutt’ora il driver principale, da parte del cliente,
nella scelta di un negozio rispetto a un altro.
Per questo motivo la politica di sviluppo del Gruppo Ran-
dazzo ha privilegiato, in prima battuta, l’espansione in
aree in cui era già presente un punto vendita della cate-
na, così da riuscire a consolidare, in termini di notorietà,
la posizione sul territorio e rendere più veloce il ritorno
dell’investimento.
Inoltre, una sfida considerevole nel percorso di sviluppo di
quegli anni è stata la capacità di assicurarsi una location
all’interno delle gallerie dei più importanti centri com-
merciali che progressivamente si andavano realizzando.
La Sicilia non è una terra facile per fare impresa. Ri-
spetto a quando ha cominciato lei come giudica la si-
tuazione oggi?
Pur sviluppatasi sul territorio nazionale, l’azienda ha man-
tenuto la sede principale nel capoluogo siciliano, alimen-
tando in questo modo il legame con un significativo in-
dotto di realtà locali.
Devo purtroppo dire che le difficoltà di fare impresa in
Sicilia sono rimaste le stesse e che negli anni ben po-
co è cambiato.
La burocrazia è più pesante che altrove, i tempi di traspor-
to delle merci sono più lunghi, la logistica è penalizzata
per la difficoltà nei collegamenti, di fatto limitati ai mezzi
su gomma, nonostante la superficie della nostra regione
sia più grande rispetto a un’area quale potrebbe essere
la Lombardia. Pur tuttavia siamo abituati a competere, a
prescindere dalle difficoltà dell’ambiente.
Velista appassionato, ha vinto anche quattro campio-
nati nazionali. Ci sono punti in comune tra lo sport ed
il mestiere di imprenditore?
Le analogie tra la vela e l’azienda sono molteplici: azien-
da è innanzitutto sinonimo di “impresa” e questo termine
già di per sé richiama all’agonismo tipico di una competi-
zione sportiva. Lo sport in generale è un modello forma-
tivo che contribuisce alla crescita individuale, relazionale,
ed etica dell’individuo, valori guida nel mondo del lavoro
non meno importanti di quanto lo siano le competenze.
La vela, nello specifico, è la metafora del gioco di squa-
dra: la tenacia, l’impegno, la collaborazione, la tensione
verso l’obiettivo sono fattori imprescindibili per raggiun-
gere il successo, alla stessa stregua di quanto avviene in
un team di ottici che lavora in negozio.
Il punto vendita infatti è un luogo privilegiato per la cre-
scita professionale e personale attraverso il sistematico
confronto tra i colleghi e dal lavoro del collettivo scaturi-
sce la determinazione di voler superare i risultati raggiunti
perché, come avviene nello sport, ogni giorno si ricomin-
cia da zero, ogni mattina inizia una nuova sfida.
Con il progetto “Impatto Zero” il suo Gruppo ha intra-
preso negli ultimi anni una decisa virata verso l’eco-
sostenibilità. Come è stata accolta questa scelta dai
dipendenti?
Dal 2010 ci siamo assunti l’impegno di dare un contributo
alla sostenibilità ambientale attraverso una serie di inizia-
tive che in breve tempo sono entrate nel dna dell’azienda,
diventando parte integrante del nostro “modus operandi”.
Una rivoluzione “green” che ha avuto il suo inizio con il
rinnovo del look dei punti vendita, realizzato grazie ad ar-
redi prodotti in materiali riciclati ed eco-friendly, per pro-
seguire poi con l’acquisto di energia elettrica proveniente
da fonti rinnovabili, l’utilizzo di carta riciclata per gli shop-
per, la sostituzione del parco auto aziendale con vettu-
re ibride e una rigorosa raccolta differenziata degli scarti
della molatura delle lenti.
Tutte queste iniziative hanno fatto riscontrare un note-
vole apprezzamento da parte dell’opinione pubblica, dei
nostri clienti e soprattutto dagli stessi collaboratori del
Gruppo, che sin dall’inizio del progetto hanno sposato la
causa da protagonisti, modificando con convinzione le
proprie abitudini.
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