Civiltà del Lavoro, n. 1/2014 - page 40

CIVILTÀ DEL LAVORO
I - 2014
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INCHIESTA
ciato verso il gas naturale, la fonte primaria più costosa
per un Paese come il nostro con limitate materie prime.
La seconda componente della bolletta è a copertura de-
gli oneri di trasporto dell’energia elettrica. Questa com-
ponente, stabilita dal regolatore per consentire il recupero
dei costi operativi e degli investimenti effettuati sulle reti,
costituisce circa il 15% della bolletta delle Pmi. L’innova-
zione tecnologica, sostenu-
ta da una regolazione che
incentiva gli operatori a es-
sere efficienti, ha consen-
tito di migliorare la quali-
tà del servizio per il cliente
raggiungendo livelli di ec-
cellenza e, al tempo stesso,
di ridurre gli oneri di tra-
sporto, in termini reali, di
oltre il 30% dal 2000, con
valori che sono oggi tra i
più bassi in Europa.
Arriviamo, infine, alla terza
e ultima componente, co-
stituita da imposte e oneri
di sistema di natura parafi-
scale, che incide sulla bol-
letta di un consumatore in-
dustriale per circa il 30%.
Alla tassazione, superiore
rispetto alla media europea, si aggiungono elevati one-
ri di sistema, costituiti principalmente dagli incentivi alle
fonti rinnovabili e assimilate. Incentivi che sono tra i più
generosi in assoluto in Europa e il cui peso è aumentato
di oltre 4 volte negli ultimi anni. La collettività paga oltre
13 miliardi di euro l’anno per l’incentivazione alle fonti
rinnovabili. Di questi, 6,7 miliardi di euro l’anno sono de-
stinati al solare, garantendo remunerazioni agli impianti
fotovoltaici italiani quasi doppie rispetto a quelli tedeschi.
LA PRODUZIONE INDUSTRIALE
in Italia è
tornata ai livelli del 1986, con un -25% rispetto al picco
pre-crisi del 2007, sotto la spinta di una crisi economica
che ha messo a repentaglio decine di migliaia di impre-
se e ha intaccato strutturalmente parte del nostro poten-
ziale di crescita. Le aziende italiane, forti del patrimonio
di conoscenze e competenze tecniche, dell’innata capa-
cità di innovare e fornire
prodotti di qualità, hanno
risposto a una domanda
interna debole puntando
sulle esportazioni.
Sulle nostre imprese gra-
va, tuttavia, un crescente
gap competitivo rispetto
alle concorrenti europee,
dovuto all’eccessiva buro-
crazia, ai limiti delle infra-
strutture e all’elevata tas-
sazione. Tra gli elementi
da considerare c’è anche
il costo dell’energia elet-
trica, che per una piccola
o media impresa italiana
è superiore rispetto alla
media europea.
Per comprendere meglio
i motivi di tali differenze
e per identificare i possibili ambiti di intervento, occorre
però analizzare le tre macro-componenti che costituisco-
no la nostra bolletta. La prima è quella a copertura dei
costi di produzione e vendita dell’energia elettrica, atti-
vità svolte in concorrenza, che per un cliente industriale
vale circa il 55% della bolletta. Il mix energetico Italiano,
in assenza di nucleare (presente in Francia, Spagna, Ger-
mania, Regno Unito) e con una quota di carbone inferio-
re al 19% (contro il 47% circa della Germania), è sbilan-
RECUPERARE
COMPETITIVITÀ
di Fulvio Conti, Amministratore Delegato Enel
Le imprese italiane pagano l’energia elettrica più della media europea
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