Civiltà del Lavoro, n. 1/2014 - page 37

CIVILTÀ DEL LAVORO
I - 2014
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INCHIESTA
Nella Strategia Energetica Nazionale uno degli obiettivi
principali è rappresentato dallo sviluppo delle energie
rinnovabili. Escludendo la via degli incentivi al setto-
re, quali sono, a suo avviso, i modi economicamente
sostenibili per promuoverle?
Prima di tutto è necessario iniziare a valutare in modo
integrato le politiche per l’efficienza energetica e le fon-
ti rinnovabili con i mercati europei delle Esternalità Am-
bientali, come l’Emission Trading Scheme. Il mercato ETS
dovrebbe essere il driver principale per indirizzare le scel-
te tecnologiche: i segnali di prezzo del mercato del car-
bonio europeo dovrebbero costituire l’incentivo implicito
per lo sviluppo dell’ampia gamma delle tecnologie per
l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili in relazione
alla loro efficacia e convenienza.
Inoltre, è fondamenta-
le definire una politica
che promuova l’attività
di ricerca e sviluppo per
ottenere un alto stan-
dard di innovazione: il
progresso tecnologico
è la condizione fonda-
mentale per abbattere i
costi delle tecnologie e
assicurarne una più am-
pia diffusione sul terri-
torio. Per questo moti-
vo bisogna creare nuovi
modelli di partenariato
tra industria e istituzio-
ni, centri di ricerca e/o
universitari, oltre a fa-
vorire il finanziamento
dei progetti per lo svi-
luppo delle filiere indu-
striali (Public Private Partnership).
Alla fine dello scorso anno Confindustria ha presen-
tato lo “Smart Energy Project”. Quali sono le propo-
ste più importanti?
Per realizzare questo progetto è stato essenziale il con-
fronto con i rappresentati di intere filiere tecnologiche nel
campo della green economy. Da ogni comparto è emersa
principalmente la necessità di garantire un quadro di re-
gole certe nel medio-lungo periodo, evitando interventi
frammentati nei diversi strumenti di regolazione. Una li-
nea di condotta indispensabile per la bancabilità dei pro-
getti e per assicurare le adeguate garanzie finanziarie al-
lo sviluppo degli investimenti.
Inoltre, è fondamentale che le aziende rafforzino la ca-
pacità di sviluppare accordi di filiera integrati per aggre-
dire il mercato internazionale. La domanda di tecnologie
green da parte dei paesi emergenti si basa su progetti
di ampie dimensioni, strutturati e integrati, quindi è mol-
to difficile che la singola impresa possa operare da sola.
La green economy offre importanti prospettive anche
sotto il profilo occupazionale e della filiera industriale
dell’energia. Ci sono stime in proposito?
Alla luce del “pacchetto clima-energia” al 2030 è indi-
spensabile adottare ogni misura idonea a trasformare
la sfida ambientale in
un’occasione di cresci-
ta economica, puntando
sulle tecnologie in cui il
Paese ha il maggior po-
tenziale di sviluppo in-
dustriale.
L’industria dell’efficienza
energetica è il pilastro
della green economy
italiana, un settore in
cui abbiamo la leader-
ship tecnologica a livel-
lo europeo. Oggi, in una
logica di indotto allarga-
to, sono coinvolte oltre
250.000 imprese nella
domanda di investimen-
ti per prodotti e servizi
per questo comparto. In
base alle nostre analisi,
con una politica stabile e di lungo periodo sull’efficienza
fino al 2020, l’incremento della produzione industriale sa-
rebbe di oltre 65 miliardi di euro, in media all’anno, e il
numero di occupati aumenterebbe di circa 500.000 uni-
tà. Inoltre, il contributo al tasso di crescita medio annuo
dell’economia è particolarmente significativo perché po-
trebbe raggiungere un valore di oltre lo 0,5%.
In un momento in cui l’attenzione è rivolta a individuare
la scelta di politiche orientate alla crescita, la green eco-
nomy può rappresentare un volano importante per ag-
ganciare la ripresa economica.
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