Civiltà del Lavoro, n. 2/2014 - page 71

CIVILTÀ DEL LAVORO
II - 2014
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INCHIESTA
(ne istallerà complessivamente 700.000). La prima guer-
ra mondiale non interrompe l’azione.
Si rafforza anzi l’impegno istituzionale del Tci, che è tra i
promotori della nascita dell’Enit e fonda una delle prime
scuole alberghiere d’Italia. Ciò è legato anche alle attività
di sensibilizzazione e formazione per il settore alberghie-
ro: l’esempio più eclatante è il “Manuale dell’industria al-
berghiera” (1923), adottato nelle scuole professionali. A
Milano viene poi costruita la prima struttura alberghiera
direttamente gestito dal Tci, il Touring Hotel.
Touring è anche promotore di studi e progetti per la pri-
ma rete autostradale in Italia (e in Europa), la Milano-La-
ghi, inaugurata nel 1924 ed è chiamato a far parte de-
gli organismi direttivi dei primi due parchi italiani (il Gran
Paradiso costituito nel dicembre 1922 e il parco d’Abruz-
zo nel gennaio 1923).
Nel secondo dopoguerra il turismo comincia a di-
ventare un fenomeno di massa. Come ha seguito il
Touring Club questa evoluzione?
Gli anni ‘50 sono quelli della ricostruzione e del boom eco-
nomico: il turismo comincia a cambiare volto.
Il Touring è in prima linea su temi che hanno a che fare
con l’industrializzazione del turismo e, di conseguenza, con
l’esigenza non solo di far conoscere l’Italia, ma anche di
promuovere la salvaguardia del patrimonio ambientale e
culturale. È in questo periodo che introduce, per esempio,
le vacanze in campeggio e promuove campagne contro
gli eccessi della pubblicità su strade e autostrade.
Negli anni ‘70 e ‘80 il turismo diventa a tutti gli effetti
di massa ed è anche il periodo del definitivo consolida-
mento del Tci come soggetto attivo nello sviluppo del tu-
rismo nazionale: sempre più frequenti, ad esempio, sono
gli interventi dell’associazione sul bisogno di ristabilire un
nuovo rapporto uomo-ambiente. Il Touring si batte per la
creazione di isole pedonali nei centri storici e per libera-
re piazze e aree di valore artistico dalle auto. Coerente-
mente aumenta l’impegno nella gestione di villaggi va-
canza sostenibili.
In uno scenario di complessità crescente l'associazione di
questi anni, forte della propria storia, punta ancora, an-
che attraverso gli strumenti offerti dalla tecnologia, a va-
lorizzare l’eccellenza per farla diventare patrimonio di tutti
attraverso il consolidamento di tre sue specifiche voca-
zioni: essere una istituzione riconosciuta con un ruolo in-
discusso di civil servant; costituire, di fatto, la comunità di
viaggiatori più importante d’Italia ed essere presente sul
territorio con attività di valorizzazione e promozione del-
le bellezze italiane.
L’Italia è certamente una potenza turistica, ma ne-
gli ultimi anni ha perso terreno rispetto ad altri Pa-
esi. Quali sono a vostro giudizio le cause di questo
lento declino?
Le performance registrate negli ultimi anni impongo-
no un’analisi delle cause che rendono attualmente poco
competitivo il turismo nel nostro Paese, imputabili tanto
al settore privato quanto a quello pubblico.
Per quanto riguarda l’offerta turistica italiana, dobbiamo
constatare che il comparto si avvale da anni di rendite di
posizione ancorate al grande “turisdotto” delle città d’ar-
te o delle aree costiere che, peraltro, vivono stagionali-
tà sempre più ridotte da cui cercano di spremere tutto
quanto possibile, con gli inevitabili riflessi negativi anche
in termini di occupazione e qualificazione delle risorse.
Per quanto riguarda il settore pubblico, non si possono
non rilevare carenze, contraddizioni e inefficienze in ter-
mini di governance. È fondamentale a questo proposito,
quindi, recuperare una chiarezza di funzioni rispettosa dei
dettami costituzionali, ma anche dimostrare di volere l’ef-
ficienza come metro per stabilire il chi fa cosa.
Altro tema spinoso è quello della cultura dell’ospitalità,
che sembra mancare in un Paese paradossalmente così
vocato. Anche in questo caso, la carenza è imputabile tan-
to al settore privato quanto a quello pubblico ed è frutto,
in genere, di insufficiente professionalità, perlomeno ina-
deguata alla evoluzione della domanda.
Per quanto riguarda il settore privato, poi, le piccole di-
mensioni aziendali, caratteristica fondante del nostro
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Franco Iseppi
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