Civiltà del Lavoro, n. 1/2015 - page 11

CIVILTÀ DEL LAVORO
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di definire i diritti globali all’alimentazione in quella che
è già stata definita la “Carta di Milano”, come ha detto il
ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, delega-
to del governo per la manifestazione, all’Expo delle Idee
del 7 febbraio a cui hanno partecipato oltre 500 esperti
provenienti da tutto il mondo.
“Credo non sia mai accaduto – ha detto Martina - che
un’ Esposizione universale fosse preceduta da un lavo-
ro sui contenuti di questa portata. Abbiamo selezionato
le migliori pratiche in campo agro-alimentare e della nu-
trizione fra ben 780 proposte arrivate da tutto il mondo,
che saranno il cuore e la forza di Expo. Sarà decisivo vi-
vere lo spazio espositivo come il luogo della conoscenza
e del sostegno a queste esperienze di vita quotidiana. E
conoscere cibi e cucine. Ricordandoci dell’insegnamento
di Mario Soldati, quando scriveva che “il modo più faci-
le e diretto di conoscere un popolo è praticare la cucina
che lo abita”. Di certo nessuna Esposizione universale si è
misurata, come vogliamo fare noi, con l’idea di una ere-
dità immateriale costruita innanzitutto sulla partecipazio-
ne consapevole a impegni e responsabilità. Seguiremo il
solco che ci ha indicato uno straordinario interprete del
nostro tempo come Ermanno Olmi quando ha detto: “Vie-
ne prima l’onesta’ di chi produce, poi c’è il mercato”. La
Carta di Milano ci aiuterà in tutto questo. Sarà un grande
atto di consapevolezza. Per i cittadini, le imprese, le as-
sociazioni e le istituzioni. Sarà il nostro contributo al con-
fronto internazionale per la definizione all’ONU dei pros-
simi obiettivi del Millennio”.
La Carta di Milano indicherà impegni essenziali dal punto
di vista scientifico, ambientale, sociale, culturale, econo-
mico e politico e metterà a fattor comune ciò che unisce
e che può far lavorare insieme la comunità internaziona-
le, con un riflesso persino nelle Costituzioni e nelle legi-
slazioni dei diversi Paesi. “L’Italia – ha detto ancora Mar-
tina - è stata davvero lungimirante, otto anni fa, a porre
proprio la questione alimentare globale al centro della
sua proposta espositiva. Perché il diritto al cibo ci pone un
grande tema di equità e di giustizia. Di sovranità. Di lotta
alle diseguaglianze, di ridistribuzione delle possibilità. Di
difesa delle civiltà contadine e di salvaguardia della bio-
diversità. Di tutela di beni essenziali come acqua e terra.
Qualcuno ha parlato, giustamente, di “giustizia agricola”.
Ci pone il tema di un cambio di paradigma nei modelli
di sviluppo. Ci interroga sui grandi paradossi dello spreco,
dell’obesità e della fame. Ci permette di non dimenticare
che il cibo è anche un elemento essenziale che lega tutte
le religioni del mondo. Ci obbliga a ridefinire concetti co-
me potenza e limite. E a proporre scelte politiche. Come
quella di arrivare presto in Italia alla prima legge sul con-
sumo di suolo agricolo. O come quella di introdurre chia-
ramente il “diritto al cibo adeguato” nelle nostre Costitu-
zioni. Ad oggi solo 23 Paesi hanno inserito un espresso
riconoscimento costituzionale e circa un centinaio inve-
ce lo riconoscono indirettamente. Sarebbe importantissi-
mo prendersi questo impegno e noi italiani, nell’anno di
Expo e primi in Europa, introdurre il Diritto al Cibo nella
prima parte della nostra splendida Carta Costituzionale”.
E ovviamente l’Expo sarà anche una immensa vetrina per
il nostro Paese, per le sue produzioni di qualità, per il Ma-
de in Italy anche al di là del settore agroalimentare, per
le nostre eccellenze artistiche e ambientali. I tour ope-
rator internazionali hanno già prenotato diversi milioni di
biglietti e l’occasione di Expo potrà dare una spinta an-
che al nostro turismo.
Ci sono dunque tutte le opportunità, nonostante gli scan-
dali dei mesi scorsi, le polemiche e la corsa mozzafiato
per arrivare puntuali all’appuntamento del primo maggio,
per fare i Expo l’emblema della ripresa nazionale. “Penso –
ha detto ancora il ministro Martina - che anche grazie ad
Expo l’Italia possa trovare la sua funzione e la sua speci-
ficità nel tempo della globalizzazione. Più volte abbiamo
evocato per il nostro Paese l’idea di un “potere gentile”
unico al mondo, fatto di bellezza, saper fare e innovazione.
Penso proprio che l’Esposizione universale di Milano ci
aiuterà a riconoscere i nostri punti di forza. La mia con-
vinzione è che i 20 milioni di visitatori che accoglieremo
in Expo da maggio, possano diventare 20 milioni di am-
basciatori del diritto al cibo nel mondo. Cittadini consape-
voli, determinati a dare il proprio quotidiano contributo. Si
è giustamente molto parlato nei mesi scorsi della neces-
sità di dare un’anima all’Esposizione universale di Milano.
Ora possiamo dire che quell’anima c’è”.
Il presidente del Consiglio Renzi e il ministro Martina in visita all'Expo
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