CIVILTÀ DEL LAVORO
I • 2015
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all’epoca la caseificazione del latte avveniva nelle stesse
aziende agricole. Oggi il formaggio si produce in stabili-
menti razionali e controllati. Attualmente la filiera bufa-
lina dà lavoro a oltre 15mila addetti con una produzio-
ne lorda vendibile (Plv) di oltre 500 milioni di euro, cui la
Campania contribuisce con il 78-80%.
Al successo dell’allevamento bufalino ha indubbiamen-
te contribuito la elevata rusticità dei bufali, assieme al-
la loro longevità produttiva, ma è soprattutto dovuta alla
razionalizzazione delle tecniche di allevamento. Grande
merito va riconosciuto anche al miglioramento genetico
e alla selezione indotta dal libro genealogico della razza,
nonché alla valorizzazione del marchio a opera del Con-
sorzio di tutela.
La mozzarella rappresenta oggi in Campania una delle
maggiori risorse regionali e ha saputo resistere anche ad
attacchi troppo superficiali e allarmistici provocati dalla
triste scoperta della cosiddetta “terra dei fuochi”, avendo
peraltro accurate indagini, effettuate anche in Germania,
accertato l’assoluta sanità del prodotto.
Per la difesa del marchio, contro le innumerevoli imita-
zioni, occorre garantire che la produzione sia fatta con il
solo latte di bufala. Smentendo la credenza che non si
possa ottenere mozzarella se non aggiungendo latte bo-
vino a quello bufalino. Un equivoco che nel passato è sta-
ta generato dalla penuria di latte di bufala e dal compor-
Alfredo Diana è stato nominato Cavaliere del Lavoro
nel 1975 per il settore agricolo e zootecnico.
È stato Presidente della Confagricoltura, Ministro
dell’Agricoltura nel primo Governo Amato e nel
Governo Ciampi, Parlamentare Europeo e Senatore
della Repubblica. Presidente della Federazione
Nazionale dei Cavalieri del Lavoro dal 1981 al 2001.
tamento fraudolento di alcuni caseifici. Oggi al contrario
il latte abbonda e il decreto del 1993 del Governo Ciam-
pi sancisce che la mozzarella di bufala campana debba
farsi con il solo latte di bufala. Gli attuali sistemi di anali-
si consentono, infine, di individuare rapidamente le pro-
duzioni fraudolente.
La “Carta di Milano“ sarà davvero uno strumento effica-
ce a garanzia della salute dei consumatori nella misura
in cui i paesi partecipanti assumeranno un comune impe-
gno per la difesa delle regole delle produzioni originali.
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