CIVILTÀ DEL LAVORO
VI • 2014
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Oggi si parla moltissimo di startup e tanti sono gli
strumenti a sostegno della nuova imprenditoria. Da
un punto di vista concettuale, però, cosa distingue una
startup dalla semplice apertura di una nuova attività?
La definizione di startup riprende – nella propria specifici-
tà linguistica – la velocità e l’intensità di sviluppo che vie-
ne resa possibile dall’innovazione digitale. La New Eco-
nomy o economia del digitale permette, infatti, un tasso
di sviluppo esponenziale svincolato dal capitale iniziale
che viene impiegato nell’impresa ed è invece espressio-
ne diretta della potenzialità di un’idea. Si tratta dunque
di una nuova attività che, avendo una correlazione stret-
ta con il valore immateriale dei consumi e dei servizi, può
raggiungere risultati sorprendenti in pochissimo tempo.
Inoltre le startup prevedono la presenza e/o il coinvolgi-
mento di protagonisti anche giovanissimi perché prescin-
dono da esperienze consolidate e da carriere tradizionali:
le idee non hanno limiti d’età.
Se l’idea è buona, anche se sei molto giovane, puoi spe-
rare di autofinanziare il tuo business, proprio perché non
hai bisogno di un capitale di partenza di cui non si può di-
sporre se si è molto giovani, ma solo di attivare una stra-
tegia che porterà ad autoalimentare il proprio business.
Quale impatto possono avere sul trend economico del
nostro Paese? Sono una soluzione alla crisi, come al-
cuni auspicano?
Le caratteristiche di velocità, intensità, innovatività e aper-
tura alle energie giovani, rappresentano elementi decisivi
per svecchiare il sistema imprenditoriale italiano, molto
ingessato e legato alla visione di una generazione ma-
tura che, per quanto talentuosa, non appare in grado di
ottimizzare, ad esempio, il valore aggiunto delle nuove
tecnologie digitali.
Per questo motivo le startup possono avere un impatto
decisivo sulla ripresa economica dell’Italia, integrando la
grande capacità manifatturiera che ci caratterizza e for-
nendo una freccia in più all’arco dei nostri talenti. Non pos-
sono da sole costituire una soluzione alla crisi, ma posso-
no indicare un possibile cambio di marcia attraverso una
alleanza generazionale, con una maggiore attenzione al-
le nuove tecnologie e all’economia dei servizi, dove sia-
mo più deboli: il turismo, i trasporti, le smart city, per fa-
re solo alcuni esempi.
ALLEANZA
FRA
GENERAZIONI
PER
CAMBIARE
MARCIA
Al Paese servono l’entusiasmo e la forza dei giovani. Per questo motivo Francesco Morace,
presidente dell'Istituto di ricerca sull'innovazione Future Concept Lab, pensa
a un incontro-dialogo tra i grandi imprenditori italiani degli anni Sessanta e Settanta,
i manager quarantenni e soprattutto i cosiddetti “nativi digitali”.
Francesco Morace