Civiltà del Lavoro, n. 6/2014 - page 44

CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2014
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DOSSIER
scorso febbraio, targato ItaliaCamp e volto a mettere in
contatto le migliori startup italiane con gli investitori in-
ternazionali – nasce la collaborazione con i Cavalieri del
Lavoro. Collaborazione partita dall’idea di siglare una sor-
ta di patto intergenerazionale, uno scambio di idee e ve-
dute tra giovani professionisti e manager strutturati, nel
corso del quale ci siamo confrontati per provare a capire
quale potesse essere il punto di contatto da cui far scatu-
rire proposte concrete.
Riflettendo, però, non è appropriato l’utilizzo dell’espres-
sione “questione generazionale” o “anagrafica”, poiché
sono tantissimi i giovani che sembrano già adulti e molti
gli adulti che invece restano perennemente giovani. Ed è
proprio da questo incrocio, a mio avviso, che può essere
generato talvolta il successo, talvolta una trappola dalla
quale difficilmente si riesce ad uscire.
Il nostro obiettivo, nel concreto, è quello di provare a sen-
sibilizzare le università, i poli di ricerca e le giovani gene-
razioni sul fatto che il mondo è cambiato.
Basti pensare al cambio di paradigma a cui oggi assistia-
mo nel mondo del lavoro: il lavoro non si trova più sol-
tanto scrivendo e inviando un cv o provando a fare mar-
keting di se stessi; piuttosto si prova a “crearsi un posto di
lavoro”, avanzando proposte concrete e tentando di rea-
lizzarle. Si passa dunque dal “ecco ciò che sono in grado
di fare” – competenze professionali con le annesse com-
petenze linguistiche e digitali – al “ecco ciò che voglio
e potrei fare”, con il supporto di qualcuno, ovviamente.
Non si invia più, quindi, ad una, dieci, cento imprese un
curriculum per cercare un’occupazione – un “posto di la-
voro fisso” direbbero gli adulti affermati – , quanto piutto-
sto un progetto – costruito sia grazie alle competenze ed
esperienze acquisite, che alla creatività e al “genio con-
creto” – attraverso cui creare nuovi investimenti e, pro-
babilmente, attirare nuovi partner che possano sostenerlo.
ItaliaCamp risulta essere, quindi, ponte tra chi ha una buo-
na idea o un progetto innovativo e chi ha il potere – eco-
nomico, politico, culturale – di renderli concreti.
Abbiamo chiamato tale processo “innovazione sociale”,
una dimensione nuova del confronto e del dibattito pub-
blico: anche in questo caso il campo di azione fino ad oggi
tracciato - focalizzato sull’innovazione tecnologica, volta
ad innovare processi e metodologie per rendere il lavoro
più veloce o più competitivo – si allarga.
Il grande cambiamento è, infatti, guardare all’innovazio-
ne tecnologica come quel processo che, impattando sulle
persone – sulla collettività – , viene considerato parte del-
la più amplia “innovazione sociale”, in quanto impatta e
cambia la nostra quotidianità (dal momento in cui ci sve-
gliamo la mattina e leggiamo un’informazione sul web –
piuttosto che su un quotidiano cartaceo – al modo con cui
comunichiamo con colleghi o clienti durante la giornata).
Concludo – cercando di rispettare i cinque minuti di tempo
massimo che caratterizzano il barcamp – sottolineando che
ItaliaCamp ha aperto per i Cavalieri del Lavoro una gran-
de call for ideas – ossia un concorso volto a far emergere
soluzioni e progetti sul tema “competitività e semplifica-
zione”– che diffonderemo in tutte le università italiane.
I migliori progetti che perverranno sul portale di riferimen-
to verranno selezionati e saranno oggetto di confronto ve-
ro ed efficace tra generazioni.
Aggiungo, infine, due parole chiave, care ad ItaliaCamp.
La prima è “impatto”, per sottolineare che non possono
più esistere azioni di investimento se non vi si collega lo
studio dell’impatto dell’investimento stesso, tenendo con-
to, quindi, del suo ritorno oltre che in termini economici,
anche in termini di valore sociale.
La seconda parola chiave è “soluzione”, perché crediamo
che sia giunto il momento di avviare una nuova “econo-
mia delle soluzioni”.
Investire un capitale crea, infatti, un effettivo impatto nel
momento in cui viene risolto un problema, trovando una
soluzione appropriata.
Si delinea, quindi, una nuova prospettiva che genera un
impatto positivo. Da qui la proposta di ItaliaCamp, che è
quella di provare a “invertire la tendenza”, generando,
appunto, nuove soluzioni e significati.
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