Civiltà del Lavoro, n. 6/2014 - page 45

CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2014
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DOSSIER
VORREI FARVI
i complimenti e ringraziarvi per il
lavoro presentato oggi. Un lavoro improntato ad un sano
e vero pragmatismo da imprenditori che si fonda sull’im-
pegno di uomini e donne che, sottraendo tempo alle
proprie aziende e alle proprie attività, stanno dando un
contributo concreto e attivo per realizzare progetti che si
basino sui valori fondanti della nostra essenza di Cavalieri
del Lavoro. Progetti che credo possano dare un contributo
significativo alla conoscenza non solo della cultura e del-
la consapevolezza del nostro mondo, ma soprattutto che
possano dimostrare ai nostri
interlocutori cosa vuol dire
essere Cavalieri del Lavoro
e quali sono i nostri valori.
Chi sono i Cavalieri del Lavo-
ro? I Cavalieri del Lavoro so-
no quegli imprenditori, che
hanno dato un contributo si-
gnificativo alla crescita del
prodotto interno lordo del
Paese, ma che hanno con-
tribuito in maniera sostan-
ziale alla crescita sociale e
civile del tessuto che li cir-
conda. Non solo in una di-
mensione economica ma
anche e soprattutto in una
dimensione di valori, di cul-
tura, di crescita civile.
I progetti presentati oggi
fanno un passo avanti importante nel dimostrare come
noi possiamo fare qualcosa di più, e stiamo cercando di
farlo come soggetto collettivo.
Vorrei però cogliere innanzitutto il senso della provocazio-
ne intellettuale e soprattutto culturale del tema del con-
vegno, “Creare del valore al di là del profitto”, perché essa
nasce nel momento in cui quasi tutte le aziende in Italia
(e non solo in Italia) si pongono il problema di come riu-
scire a produrre profitto. Il profitto è la misura prima del
successo economico dell’impresa, ed è anche la ragione
e la giustificazione sociale di un’impresa.
Un’impresa esiste, e ha ragione di esistere, se genera pro-
fitto, e il profitto ha valore in quanto rende possibile la
crescita dell’impresa come soggetto non solo economico
ma anche sociale. L’impresa che cresce è l’impresa che
assume, che forma, che fa innovazione e che fa crescere
il territorio nel quale opera.
Ma l’impresa è molto più che profitto, quando investe nel
proprio patrimonio umano
e nella capacità di creare,
generare e arricchire talenti
come elemento di vantag-
gio competitivo.
Le imprese non possono
essere alla guida di mer-
cati che si trasformano in
maniera così drammatica
se non hanno nelle risorse
umane il punto di forza con
il quale possano compete-
re. Le tecnologie diventa-
no rapidamente obsolete,
le nicchie di oggi diventa-
no commodities di domani,
non c’è alcun prodotto al
mondo né tecnologia aper-
ta alla competizione che re-
sista per un tempo lungo.
Quindi, per continuare a garantirci capacità competitiva,
dobbiamo disporre di talenti e di intelligenze dentro a un
contesto in cui esse possano crescere.
Allora dov’è la provocazione? È che, in un momento co-
sì critico e difficile per molti imprenditori, guardare a co-
me creare valore al di là del profitto è mettere in risalto
come il valore e il profitto siano quanto mai legati, an-
che se nel nostro modello di società, forse, non è così
»
innovare
fuori e dentro
la
fabbrica
Conclusioni
Antonio D'Amato, Presidente Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro
copertina 1...,35,36,37,38,39,40,41,42,43,44 46,47,48,49,50,51,52,53,54,55,...copertina 4
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