Civiltà del Lavoro, n. 6/2014 - page 46

CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2014
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DOSSIER
scontato che lo siano. È riflettere non solo sul nostro mo-
do di fare impresa, ma anche sul nostro modo di essere
società, se essa stia andando nella direzione delle socie-
tà più moderne e più evolute oppure no.
Non è affatto scontato per noi imprenditori – lo dico per
i Cavalieri del Lavoro – porre oggi con grandissima forza
a se stessi il tema: ma noi a che cosa serviamo? Che co-
sa dobbiamo fare?
Io credo che in questo momento i Cavalieri del Lavoro
debbano essere fattore di discontinuità e di cambiamen-
to nella società, così come siamo stati e siamo i protago-
nisti della crescita delle nostre imprese. Noi oggi abbia-
mo un problema e una opportunità (direi soprattutto un
dovere morale). E cioè di promuovere nel contesto socia-
le e civile del nostro Paese un modo di essere e un mo-
do di pensare radicalmente diverso rispetto a quello che
fino a oggi abbiamo avuto, anche noi stessi, la capacità
di portare avanti.
Molte delle contraddizioni con le quali oggi il Paese si mi-
sura nascono anche da una cultura consociativa, da una
fortissima disattenzione rispetto ad alcune scelte fonda-
mentali che avremmo dovuto fare molti anni prima e che
non sempre abbiamo avuto il coraggio di fare né colletti-
vamente, né come imprenditori, né come ceto dirigente.
Noi oggi siamo chiamati a svolgere un ruolo importante
di discontinuità e di innovazione culturale nell’affrontare
queste vecchie contraddizioni.
Il tema fondamentale sul quale dobbiamo portare l’atten-
zione è come noi, imprenditori singoli e soggetto collet-
tivo, cioè Federazione dei Cavalieri del Lavoro, possiamo
contribuire a proporre questo cambiamento. Ci siamo im-
pegnati in questi mesi sui temi dell’Europa e dell’innova-
zione dei sistemi competitivi, abbiamo cercato di far circo-
lare le idee, ma c’è da fare molto di più, fare dei progetti
e vivere nei contesti sociali nei quali si opera.
Io credo che il valore dell’iniziativa che oggi il Gruppo
Lombardo sta portando avanti sia proprio quella di coin-
volgere nella sfida un contesto sociale e civile più ampio.
È una sfida che dobbiamo saper declinare, oltre che in
Lombardia – uno dei motori più importanti dello sviluppo
industriale – anche in Veneto, in Campania, in Sicilia, un
po’ dappertutto perché tutti quanti insieme si possa dare
una scossa nel più breve tempo possibile e far cambiare
il Paese. Siamo uno dei grandi paesi fondatori dell’Europa
ma anche uno dei grandi paesi manifatturieri: dobbiamo
saper riscoprire in Italia e anche in Europa il valore fon-
damentale che la manifattura ha nell’essere un motore di
traino dello sviluppo, della ricerca e dell’innovazione e dob-
biamo saper riscoprire la capacità di attrarre investimenti.
Stiamo vivendo una fase di transizione drammatica, di
cambio di equilibrio dei poteri a livello geopolitico, eco-
nomico e industriale ma abbiamo ancora moltissimo da
giocare. Siamo comunque il continente più ricco del mon-
do, con 500 milioni di consumatori tra i più ricchi e più in-
fluenti del globo, e ai nostri confini vivono 250 milioni di
futuri consumatori anch’essi molto ricchi e molto impor-
tanti per i quali noi rappresentiamo da millenni un punto
di riferimento storico e culturale.
Siamo davvero un Paese pieno di talento, ma dobbia-
mo cambiare. E per cambiare abbiamo bisogno di inno-
vazione culturale, abbiamo bisogno soprattutto di corag-
gio, per dire anche all’esterno delle nostre fabbriche che
i cambiamenti che noi facciamo in casa nostra ogni gior-
no, nel nostro modo di essere imprenditori, li deve saper
fare anche il Paese nel suo modo di essere, di agire e nei
riguardi dei cittadini, di se stesso e del contesto econo-
mico sociale e politico europeo.
Certo, noi siamo imprenditori. Questa è una Federazio-
ne di Cavalieri del Lavoro che null’altro ha se non la forza
delle proprie idee e del proprio vissuto, ma proprio per
questo, proprio perché noi crediamo nel nostro vissuto e
nelle nostre idee abbiamo anche un dovere morale che
intendiamo esercitare fino in fondo.
Un dovere morale deve tradursi in iniziative concrete co-
me quella di oggi.
Penso che stiate facendo un ottimo lavoro di buon esem-
pio per tutti gli altri.
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