Civiltà del Lavoro, n. 1/2015 - page 60

CIVILTÀ DEL LAVORO
i - 2015
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FOCUS
portato a definire le imprese del nostro settore “aziende
più del fare che del comunicare”.
Federdistribuzione predispone da tempo un bilancio
sociale di settore, che coinvolge tutti gli associati con i
loro 14.600 punti vendita e 213mila addetti e che rea-
lizzano oltre 60 miliardi di fatturato aggregato. Come
avete deciso di impegnarvi in questo settore e perché?
Da tempo avevamo capito che le nostre imprese asso-
ciate, ma più in generale tutte le imprese della Dmo, svi-
luppavano molte attività in ambito di sostenibilità che poi
non venivano comunicate, contribuendo in questo modo
a creare quel gap di immagine di cui soffre il settore nei
confronti di target importanti, come i media e il mondo
istituzionale e politico.
Abbiamo quindi pensato che il modo più semplice ed ef-
ficace per avviare un percorso di riposizionamento del
nostro vissuto fosse quello di trovare uno strumento in-
Come sta affrontando il sistema delle aziende di di-
stribuzione il tema della sostenibilità, della Corporate
social responsibility e del bilancio sociale?
Le imprese della Distribuzione moderna organizzata (Dmo)
sono da tempo impegnate su tutti i temi della sostenibili-
tà economica, sociale e ambientale, temi che hanno as-
sunto nel tempo carattere di priorità strategica nei piani
di sviluppo aziendali. La maggior parte di esse già predi-
spone annualmente un bilancio sociale e anche chi fino-
ra non lo ha fatto sta orientando le proprie scelte in chia-
ve di responsabilità sociale d'impresa.
L’obbligo previsto dalla direttiva europea sarà così un ul-
teriore stimolo di razionalizzazione e sistematizzazione
delle proprie azioni di sostenibilità, un’occasione per or-
ganizzarle in modo strutturato e pubblicabile all’esterno,
superando in questo modo un deficit di comunicazione
già individuato nella prima edizione del Bilancio di soste-
nibilità sociale (Bss) di Federdistribuzione, che ci aveva
UN
BILANCIO
SOCIALE
DI
CATEGORIA
A realizzarlo Federdistribuzione convinta, come ci dice il presidente Giovanni Cobolli Gigli,
che la presentazione di un quadro complessivo di settore abbia un valore superiore alla somma
delle esperienze dei singoli.
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