Civiltà del Lavoro, n. 2/2015 - page 33

CIVILTÀ DEL LAVORO
II - 2015
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FOCUS
condizioni di sistema per attuare investimenti e promuo-
vere una nuova centralità delle imprese. Solo così potre-
mo acquisire e conservare quel ruolo e quello spazio nel
sistema economico globale che compete al nostro Paese.
Con questo spirito i Cavalieri del Lavoro presentano a fine
giugno, a Milano, le loro proposte per riprendere il cam-
mino dello sviluppo restituendo centralità all'impresa nel
processo di crescita del Paese.
Il Convegno Nazionale organizzato dalla Federazione dei
Cavalieri del Lavoro, farà il punto sullo stato dell'econo-
mia e del capitalismo italia-
no nel contesto dei nuovi
scenari competitivi e sulle
riforme e gli strumenti da
mettere in campo per ridare
slancio all'impresa e al si-
stema Italia.
Al centro del dibattito anche
il tema del capitale umano
e dell'innovazione.
L’appuntamento di Milano
sarà l’occasione per un con-
fronto a tutto campo fra gli
esponenti del mondo istitu-
zionale, accademico e pro-
duttivo, sull'attuale situa-
zione economica del Paese
e sulle possibili linee di in-
tervento per sostenere la ripresa nascente e favorire uno
sviluppo della competitività d'impresa necessaria per ri-
creare benessere e così accrescere la stabilità sociale e
l’occupazione.
Sfide importanti che si possono vincere se tutti insieme
riusciremo a lanciare una grande “Operazione fiducia”,
per ricostruire la speranza e la voglia di futuro, tornando
a crescere e a competere sui mercati globali.
I DATI DIFFUSI
qualche settimana fa dall’Istat la-
sciano sperare che la recessione stia finendo. Ma non pos-
siamo abbassare la guardia né bastano le speranze. Anzi
questo è il momento di passare all’attacco. Servono rifor-
me di qualità, fatte bene e subito.
Il nuovo trend è confermato dall'economia reale con un
segno positivo alimentato dalla svalutazione dell'euro, dal
calo del prezzo del greggio e dalla massiccia dose di ac-
quisti di titoli pubblici decisa dalla Bce. Tre fattori esogeni
che hanno contribuito fortemente a riaccendere il motore
dell'Azienda Italia.
Ma non è tempo per i facili
ottimismi. La strada della ri-
presa è ancora lunga. E non
bisogna sottovalutare i tanti
nodi irrisolti con i quali il Pa-
ese è costretto a fare i conti:
dalla disoccupazione al de-
bito pubblico, dalla pubblica
amministrazione al sistema
giudiziario fino all’alto livello
della pressione fiscale che
rischia di frenare e compro-
mettere ogni possibile stra-
tegia di crescita. Nodi strut-
turali che continuano a fare
la differenza fra l’Italia e i
suoi diretti concorrenti eu-
ropei. Non a caso, Francia, Germania e Spagna continua-
no a correre ad un ritmo più che doppio rispetto al nostro.
In questo quadro, il sistema industriale italiano, che negli
ultimi 10 anni ha perso peso, occupati e posizioni, deve
tornare ad essere il motore della crescita economica, so-
ciale e culturale del Paese. Non dimenticando che nell'at-
tuale competizione globale non sono più sufficienti talen-
to e imprenditorialità. Occorrono innovazioni di prodotto e
DARE
SPERANZA
E VOGLIA DI
FUTURO
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