Civiltà del Lavoro, n. 2/2015 - page 25

CIVILTÀ DEL LAVORO
II - 2015
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ropean Investment Advisory Hub). Al riguardo risulterà
fondamentale la forte cooperazione fra la Bei e le Ban-
che di sviluppo, nonché l’addizionalità degli interventi ri-
spetto all’ordinaria attività di impiego.
La struttura operativa del Piano Juncker è illustrata nel-
la figura 1, dove si vede che la Ue interviene fondamen-
talmente con garanzie sui prestiti per 16 miliardi di euro
(ma il 50% delle garanzie dovrebbe derivare da risorse
già presenti nel bilancio per progetti d’investimento: pe-
raltro si registra al riguardo una comprensibile forte op-
posizione del Parlamento europeo).
La Bei fornisce di-
rettamente risor-
se per 5 miliardi
di euro. Le previ-
ste contribuzioni
degli Stati membri
appaiono di diffi-
cile realizzazione,
nonostante le op-
portune previsioni
di inserire formule
di flessibilità nelle
regole dello “Sta-
bility and Growth
Act” per creare un
necessario orien-
tamento fiscale
più favorevole al-
la crescita nella Eu-
roarea.
In conclusione si
crea il Fondo eu-
ropeo per gli inve-
stimenti strategici
con una dotazione, evidentemente ridotta, di 21 miliar-
di di euro. L’obiettivo molto ambizioso è di pervenire co-
munque a un moltiplicatore obiettivo pari a 15 per con-
sentire 315 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi nel
periodo 2015/2017. Duecentoquaranta miliardi sarebbero
rivolti agli investimenti a lungo termine, mentre i restanti
75 sarebbero destinati a pmi e mid-cap.
L’effetto moltiplicativo previsto dal Piano Juncker è detta-
gliato nella figura 2. Il fondo, con un moltiplicatore pari a
3, è utilizzato come garanzia per nuove attività del Gruppo
Bei (Bei e Fei). I prodotti a tal fine utilizzati sono prestiti e
capitale. In particolare interverrebbero forme sia di ventu-
re capital, sia di cartolarizzazione. Nel passaggio successi-
vo (moltiplicatore pari a 5) intervengono altri investitori,
prevalentemente privati tenendo conto della finanziabi-
lità e del ritorno previsto dai singoli progetti, raggruppati
per classi (infrastrutture sociali e di trasporto, innovazione,
ricerca e banda larga, energia ed efficienza energetica,
educazione, fondi per le pmi). È importante sottolineare il
contributo operativo e finanziario che già è stato promesso
dalle banche promozionali nazionali (Cdp, Cndc, Kfw, Ico)
pari al momento a ben 25 miliardi di euro. Il successo del
piano poggia nella realizzazione di un nuovo rapporto tra
investimenti pubblici e privati in infrastrutture. Il problema
ha dimensione europea, ma specificità e rilevanza fon-
damentali per l’I-
talia. È necessario
adeguare lo stock
di infrastrutture
che costituiscono
il capitale pubbli-
co e che devono
sempre più com-
prendere capitale
privato: si tratta di
costruire un nuovo
intreccio fra pubbli-
co e privato, che
tenga conto dei
vincoli di spesa e
di imposizione fi-
scale, senza disper-
dere i fondamenti
dell’economia so-
ciale di mercato.
In Italia non ci si
può sottrarre all’e-
sigenza di inter-
venire simultane-
amente sulle modalità del processo di accumulazione
da parte del settore pubblico, anche per superare l’ovvia
critica che non siamo stati neanche in grado di utilizzare
appieno i fondi strutturali europei. I nessi fra investimen-
ti degli operatori pubblici in Italia ed effettiva accumula-
zione di capitale produttivo, tangibile e intangibile vanno
affrontati in modo radicalmente innovativo.
Le principali istituzioni finanziarie internazionali (Fmi, Ban-
ca mondiale, Ocse) e la Banca d’Italia hanno evidenzia-
to che lo stock accumulato di infrastrutture pubbliche è
spesso assai inferiore ai flussi di spesa: per numerosi paesi
emergenti, ma purtroppo anche per l’Italia, in media solo
metà degli investimenti sostenuti nel settore pubblico si
traduce in accumulazione di asset produttivi a causa di
»
GARANZIA EU
16 bn*
EUROPEAN INVESTMENT
BANK
5 bn
MOLTIPLICATORE TARGET X 15
Fig.1 - La struttura operativa del Piano
FEIS - Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici
21 bn
Investimenti a lungo termine
240 bn
Totale degli investimenti nel periodo 2015-2017 eur 315 bn
Pmi e Mid-Cap
75 bn
Eventuali
contribuzioni
Stati Membri
* il50%dellagaranziaderiveràda risorsegiàpresentinelbilancioUe (€3,3bndaConnectingEuropeFacility,€2,7bndaHorizon2020
e€2,0bndaaltri residuidibilancio
copertina 1...,15,16,17,18,19,20,21,22,23,24 26,27,28,29,30,31,32,33,34,35,...copertina 4
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