Civiltà del Lavoro, n. 2/2015 - page 24

CIVILTÀ DEL LAVORO
II - 2015
24
cativo il semestre di presidenza italiana. Gli obiettivi del
piano prevedono di mobilizzare risorse finanziarie per gli
investimenti per consentire alla finanza di raggiungere l’e-
conomia reale. L’impegno della Bce a rilanciare il credito
(con le misure di Quantitative Easing adottate nel marzo
di quest’anno) va nella stessa direzione e rappresenta il
secondo pilastro, insieme all’Unione bancaria, per favori-
re la crescita dell’economia.
Il Piano Juncker si propone
in particolare di sostene-
re gli investimenti strate-
gici e nelle infrastrutture,
di migliorare l’accesso al-
la finanza per le pmi e le
mid-cap. A tal fine si pre-
vede di utilizzare il budget
Ue (con alcune incongruen-
ze che verranno di segui-
to poste in evidenza) e di
migliorare/aumentare l’uti-
lizzo delle risorse messe a
disposizione dall’Ue, dagli
Stati membri, dalla Banca
europea degli investimen-
ti, dalle Banche nazionali di
sviluppo (la Cassa Depositi
e Prestiti in Italia) e, soprat-
tutto, dai privati attraverso il
cosiddetto “blending” del-
le risorse finanziarie. A questo riguardo si conta sull’effet-
to complementare derivante in particolare dai nuovi fon-
di a lungo termine Eltif (European long term investment
funds)recentemente attivati dalla Commissione europea
e sulla prospettiva di realizzazione della Capital Markets
Union. A questi fini verrà predisposto una pipeline di pro-
getti strategici, verrà fornita assistenza tecnica per faci-
litare la scelta dei progetti realizzabili più efficienti (Eu-
CAUSA PRIMARIA
della lunga crisi in Europa è il
crollo degli investimenti, superiore a 550 miliardi di euro
(la componente principale di riduzione del Pil reale) fra
il 2007 e il 2014. La caduta ha interessato, pur con am-
pie divaricazioni, investimenti privati e pubblici in tutte
le economie europee. La contrazione ha colpito in parti-
colare l’Italia, incidendo pesantemente sulla produttività.
Anche per l’inaridirsi del credito, il rapporto investimenti/
Pil è sceso nel 2013/2014
al di sotto del 17%, ovve-
ro sui valori minimi dal do-
poguerra; i tagli alla spesa
hanno colpito pesantemen-
te gli investimenti pubblici,
con una contrazione di cir-
ca 1/3 a partire dal 2010.
Rilancio degli investimenti
e recupero di produttività e
competitività sono necessa-
ri per l’Europa, soprattutto
per l’Italia. Gli investimen-
ti a sostegno della crescita
e dell’occupazione sono il
complemento alle riforme
di struttura e il modo per
trasformare l’austerità del-
le politiche fiscali da mecca-
nismo perverso di aumento
del rapporto debito/prodot-
to a strumento di risanamento delle finanze pubbliche.
Il Piano Juncker del Presidente della Commissione Euro-
pea – presentato nel 2014 e attualmente in corso di im-
plementazione – riconosce questa esigenza e rappresen-
ta un’importante rottura rispetto al passato, riproponendo
l’esigenza di rilanciare la crescita in Europa. Non si tratta
ancora di un “growth compact”, ma il cambiamento di di-
rezione è evidente: a esso ha contribuito in modo signifi-
UNA
ROTTURA
CON IL
PASSATO
di Rainer Stefano Masera
Con il Piano Juncker crescita e occupazione vengono riconosciuti come priorità per l'Europa
Rainer Stefano Masera
copertina 1...,14,15,16,17,18,19,20,21,22,23 25,26,27,28,29,30,31,32,33,34,...copertina 4
Powered by FlippingBook