Civiltà del Lavoro, n. 2/2015 - page 35

CIVILTÀ DEL LAVORO
II - 2015
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FOCUS
Piceno, ma anche della meccanica, come Firenze e Massa
Carrara, che da sole hanno apportato 6,9 miliardi di euro in
più al nostro export manifatturiero. Un dato che fa capire
quanto sia importante la strada delle riforme del mercato
del lavoro, della burocrazia e della giustizia civile per at-
trarre più investimenti esteri capaci di creare occupazione.
Al terzo posto segue il “Baden-Württemberg emiliano”,
cioè le province della via Emilia: Piacenza, Parma, Reg-
gio Emilia, Modena e Bologna, alle quali si devono altri
6,7 miliardi di euro di incremento. Il quarto motore è la
“Westfalia orientale veneta”, costituita dalle province di
Verona, Vicenza, Padova, Belluno e Treviso, cui si deve
una crescita di 6,2 miliardi di euro.
Quinto gruppo è quello caratterizzato dalla presenza di in-
sediamenti automobilistici: Torino e Chieti, con 4 miliar-
di di euro in più di export nei primi nove mesi del 2014.
Infine, importanti sono stati i contributi di alcune provin-
ce sparse sul territorio, che hanno fatto registrare singo-
larmente nel periodo gennaio-settembre 2010-14 incre-
menti superiori ai 500 milioni di euro.
Come siamo arrivati all’appuntamento con Expo Mi-
lano 2015?
A Expo 2015 l’Italia si presenta non solo con la fama in-
ternazionalmente riconosciuta della elevata qualità dei
propri prodotti agroalimentari e delle tecnologie d’avan-
guardia ad essi collegate, ma anche con un importante
biglietto da visita supplementare: un primato europeo nel
settore dell’Agricoltura, silvicoltura e pesca (Asp), sia nel
valore aggiunto sia nel numero di occupati, riconosciuto
dall’Eurostat proprio alla vigilia del taglio del nastro della
manifestazione milanese. Secondo i nuovi dati provvisori
Sec 2010 di contabilità nazionale, infatti, nel 2014 il no-
stro Paese ha conquistato il primo posto nell’Ue a 28 per
valore aggiunto lordo dell’Asp, sopravanzando la Francia
persino in un anno di produzione calante come è stato
quello appena trascorso.
Il nuovo valore aggiunto italiano dell’Asp ha tenuto con-
to di parecchie attività emergenti come la produzione di
energie rinnovabili, le fattorie didattiche, le attività ricre-
ative, l’artigianato in azienda, l’agricoltura sociale, le ven-
dite dirette, la produzione di mangimi, la sistemazione
di parchi e giardini, la manutenzione del territorio e del
paesaggio. Include una più accurata valutazione del vino,
del vivaismo orticolo, della produzione di miele e di altre
produzioni minori. Anche il valore aggiunto delle attività
della silvicoltura è stato rivalutato (di oltre il 120%), e mi-
glioramenti delle stime hanno riguardato pure la pesca.
In definitiva, pur fiaccata da una interminabile crisi, l’Ita-
lia si presenta alle prime luci di una ripresa lungamente
attesa (che anche i fattori esterni potranno favorire) con
tre cifre molto forti di economia reale: il primo posto nuo-
vo di zecca nell’Ue per valore aggiunto in agricoltura, il
secondo per valore aggiunto nella manifattura (dopo la
Germania) e il secondo posto per maggior numero di per-
nottamenti di turisti stranieri (dopo la Spagna). Tre gam-
be ben piantate nel tessuto produttivo italiano sulle quali
impostare la nostra ambizione di riscatto.
Paola Perna
L’ITALIA SI PRESENTA ALLE
PRIME LUCI DELLA RIPRESA
CON TRE CIFRE MOLTO
FORTI DI ECONOMIA REALE:
IL PRIMO POSTO IN EUROPA
PER VALORE AGGIUNTO IN
AGRICOLTURA, IL SECONDO
NELLA MANIFATTURA E PER
PERNOTTAMENTI DI TURISTI
STRANIERI
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