Civiltà del Lavoro, n. 2/2015 - page 43

CIVILTÀ DEL LAVORO
II - 2015
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INCHIESTA
colpi della crisi economica, così come avviene in genere
per le altre forme di compenso dei lavoratori. Le retribu-
zioni ristagnano ormai da diversi anni e la depressione
che ha investito il mercato del lavoro ha prodotto effetti
che si sono estesi anche ai
servizi del welfare.
Ma tutto ciò non ostacole-
rà la tendenza in atto, che
vede il welfare aziendale
diventare uno degli aspet-
ti più importanti della con-
trattazione collettiva di se-
condo livello.
Quali sono i servizi di wel-
fare aziendale più impor-
tanti per favorire le rela-
zioni tra dipendenti e
imprese e anche l’aumen-
to della produttività del
lavoro e la competitività
generale del Paese?
Una delle forme più inte-
ressanti di welfare azien-
dale è quella diretta a fa-
vorire la conciliazione tra vita di lavoro e vita di famiglia.
Mi riferisco in particolare alla fornitura di servizi che aiuti-
no la famiglia del lavoratore a meglio sopportare il peso
di quei periodi della vita che comportano un’intensa atti-
vità di assistenza nei confronti dei figli minori e degli an-
ziani non autosufficienti. Questo è un settore in cui i ser-
vizi pubblici sono ancora carenti e i lavoratori apprezzano
molto questo ruolo di “sussidiarietà” svolto dalle impre-
se, grazie agli interventi delle parti sociali.
»
Il welfare aziendale, dalle mense ai servizi sanitari in-
tegrativi fino agli asili nido all’interno delle imprese,
è un impegno crescente per le aziende. Crede che sia
una buona integrazione al puro reddito monetario per
avvicinare i dipendenti al-
le loro imprese?
Penso che il welfare azien-
dale svolga un ruolo impor-
tante per legare i lavoratori
all’azienda. In passato as-
sumeva essenzialmente la
forma di atti di liberalità del
datore di lavoro nei confron-
ti dei dipendenti. Il timore
che si sviluppassero forme
di paternalismo poco gra-
dite ha contribuito a inter-
rompere questa tradizione.
Fino a quando le stesse or-
ganizzazioni sindacali hanno
riscoperto l’efficacia di que-
ste forme di riconoscimento
del contributo che i lavora-
tori possono dare al miglio-
ramento della performance
dell’azienda di appartenenza.
Negli anni della crisi anche i servizi di welfare azien-
dale si sono ridotti: secondo un’indagine Doxa-Eden-
red del 2013, ogni lavoratore dipendente aveva a di-
sposizione 3,2 servizi di welfare aziendale nel 2011,
che si erano ridotti a 2,2 nel 2013. È una tendenza che
uscendo dalla crisi si potrà invertire?
Non vi è dubbio che il welfare aziendale subisca i contrac-
VIVERE
E
LAVORARE
MEGLIO
Assistere figli minori o familiari anziani non autosufficienti può risultare molto impegnativo per
le famiglie. E poiché i servizi pubblici sono ancora carenti, i lavoratori apprezzano molto il ruolo
di sussidiarietà svolto dalle imprese. Ce ne parla Carlo Dell’Aringa, già presidente dell’Aran,
docente e fra i maggiori esperti di contrattazione e politiche del lavoro.
Carlo Dell'Aringa
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