Civiltà del Lavoro, n. 1/2013 - page 51

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CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2013
INTERVISTA
Il costante impegno sul piano della responsabilità sociale
e l’attenzione alla protezione e al rispetto dell’ambiente
rappresentano per l’azienda l’investimento più importante.
Qual è il bilancio dei suoi tre anni alla guida di Con-
fitarma?
Sono stati anni difficili, in uno scenario caratterizzato dal-
la gravissima crisi finanziaria mondiale che ha colpito du-
ramente i mercati marittimi e da una crisi politica che ha
visto in Italia tre governi in altrettanti anni.
Un periodo segnato anche da eventi drammatici e impreve-
dibili, come il naufragio della Costa Concordia, ma che tutti
insieme abbiamo superato in modo positivo. Dopo quella
tragedia c’era il rischio non
solo di affossare un com-
parto di primaria importan-
za come quello delle cro-
ciere, in cui l’Italia ha un
ruolo di leadership a livello
mondiale, ma che tutto il
settore marittimo perdesse
credibilità a livello interna-
zionale. Pensi che la me-
tà dei comandanti di navi
da crociera del mondo so-
no italiani.
Oggi posso dire che que-
sto rischio non è diventa-
to realtà.
Infine, vorrei ricordare il
dramma della pirateria,
che abbiamo affrontato con
decisione ottenendo per la
prima volta dal preceden-
te Governo il supporto mi-
litare nelle aree a rischio e,
di recente, la possibilità di
avere a bordo personale di sicurezza. Una svolta epoca-
le a tutela di centinaia di marinai che rischiano ogni gior-
no la vita per svolgere professionalmente il loro lavoro.
Nonostante un lavoro molto impegnativo è riuscito a
coltivare anche l’hobby del vino. Ce ne parla?
È una passione che unisce da sempre me e mia moglie
Noemia.
Ma il merito è soprattutto suo, fin dall’inizio.
Oggi la nostra tenuta nell’alto Lazio, a Vaiano, produce eti-
chette di qualità, premiate in Italia e all’estero e che di-
stribuiamo in Italia e in vari paesi del mondo.
za alle risorse umane, reale fattore distintivo per eccelle-
re nella competizione del business.
Conseguentemente per noi investire significa realizzare
piani di sviluppo e di ammodernamento della flotta, ma
anche sostenere la continua crescita professionale del-
le nostre persone, a bordo delle navi come negli uffici.
La formazione è quindi un investimento continuo. Negli
ultimi anni tutte le nostre iniziative di formazione han-
no portato alla creazione di una “corporate academy”,
all’interno della quale rispondiamo con formatori interni
e consulenti esterni a ogni tipo di fabbisogno formativo.
Siamo anche coinvolti in uno degli Istituti tecnici superiori,
la “Fondazione Giovanni Caboto” di Gaeta, nata nell’ambi-
to della formazione terzia-
ria non universitaria per ri-
spondere all’esigenza delle
imprese di nuove professio-
nalità nel settore della ma-
rineria. È un impegno di cui
siamo molto orgogliosi per-
ché ci vede in prima linea
nel sostenere la formazio-
ne di nuovi allievi italiani e
ci consente di dare impulso
ai livelli occupazionali per
la popolazione giovanile.
Crediamo che questa sia la
giusta direzione per tornare
a creare quelle premesse
che, in passato, hanno da-
to al nostro Paese l’onore
di offrire a livello mondiale
le migliori e più qualificate
professionalità del settore
marittimo.
A quale tipo di emergen-
ze bisogna imparare a far fronte nel suo tipo di lavoro?
Nello shipping ci si trova spesso davanti a sfide non in-
differenti, imposte non solo dalle normative italiane, eu-
ropee e internazionali, ma dal nostro stesso senso di re-
sponsabilità.
L’azienda ha sempre osservato misure di prevenzione per
garantire la salute e la sicurezza degli equipaggi, adot-
tando nel 2008 un sistema certificato – lo standard BS
OHSAS 18001 – per la gestione della salute e la sicurezza
nell’ambiente di lavoro e a partire dal 2003, primi in Ita-
lia nel settore marittimo, un sistema di gestione integrata
denominato Safety, Quality and Environment.
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