Civiltà del Lavoro, n. 1/2013 - page 63

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INTERVISTA
CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2013
tradizionale – un risparmio stimato di oltre 200 miliardi
di litri d’acqua. Con il Map (Magaldi ash postcombustor)
abbiamo invece permesso la co-combustione di carbone
con biomassa o Cdr (combustibile da rifiuti) nelle centra-
li termoelettriche con grandi vantaggi per l’ambiente e il
recupero energetico.
Con l’Ecobelt Wa infine, che applicato agli inceneritori im-
piega per la prima volta al mondo aria – e non acqua – per
raffreddare le ceneri pesanti dei rifiuti, abbiamo contri-
buito a migliorare la separazione delle ceneri dai metalli
anche nelle frazioni microscopiche dalle sostanze inerti,
accrescendo la qualità, il valore e la quantità dei metal-
li recuperati.
I metalli quali rame, alluminio, zinco, piombo, palladio,
metalli rari e anche l’oro e l’argento recuperati, così se-
parati possono essere ceduti alle fonderie, che li trasfor-
mano in lingotti e li restituiscono al mercato per il riuti-
lizzo. Insomma con l’impegno e la dedizione a investire
e sviluppare nuove tecnologie, è possibile rendere que-
sti luoghi realmente più ecosostenibili.
Siete presenti anche nel settore delle rinnovabili. Quali
i progetti nel breve termine?
Stiamo lavorando a un
nuovo sistema altamen-
te innovativo nel campo
del solare termodinami-
co, denominato Stem,
che impiegherà esclusi-
vamente elementi natu-
rali, quali sole, aria, sab-
bia e acqua per produrre
energia solare, garanten-
do alti livelli di perfor-
mance e caratteristiche
di efficienza, flessibilità,
affidabilità, competitività
e totale rispetto dell’am-
biente.
La nostra divisione R&D,
insieme a tre istituti del
Cnr e alla Facoltà di In-
gegneria dell’Università
“Federico II” di Napoli, ha
realizzato il primo prototi-
po della taglia di 100 Kwe
che ha già 1.500 ore di
funzionamento.
gruppo di ingegneri che seguo personalmente. Il brevetto
più recente è lo Stem, un innovativo sistema di produzio-
ne di energia rinnovabile dalla concentrazione della ener-
gia solare ad alta temperatura in un letto fluido di sabbia.
La sua azienda appartiene al gruppo delle cosiddette
“multinazionali tascabili”. Cosa apprezza del modo di
lavorare all’estero e importerebbe in Italia?
Concordo con l’appellativo di multinazionale tascabile che
è stato attribuito alla mia azienda.
Questa definizione, introdotta alcuni anni fa nel mondo
industriale, identifica una realtà e allo stesso tempo rap-
presenta una sfida per le Pmi.
Oggi generiamo all’estero l’85% del fatturato e siamo pre-
senti in 30 paesi, in 5 continenti dando lavoro comples-
sivamente a oltre 220 dipendenti, di cui 80 ingegneri.
Il valore che particolarmente apprezzo all’estero è costi-
tuito dalla serietà e dall’onestà nel modo di lavorare di
queste imprese, nonché dai positivi rapporti interperso-
nali che si riescono a creare basati sulla fiducia reciproca
e sulla correttezza. In particolare, da numerosi anni ope-
ro con successo in paesi quali il Giappone e Corea e pro-
prio con quei paesi trovo oggi la più grande soddisfazio-
ne professionale.
Cementifici, fonderie e
acciaierie sono il vostro
pane quotidiano. Secon-
do lei fino a che punto è
possibile rendere questi
luoghi ecosostenibili?
La nostra missione è sem-
pre stata quella di ideare,
produrre e commercializ-
zare impianti di massima
affidabilità e qualità, in
grado di fornire soluzioni
industriali eco-sostenibili
in tutto il mondo.
Con il Mac abbiamo eli-
minato completamente
l’utilizzo dell’acqua per lo
spegnimento delle cene-
ri prodotte dalle caldaie
nelle centrali a carbone
ottenendo – se si com-
para l’impiego del Mac
rispetto alla tecnologia
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