Civiltà del Lavoro, n. 6/2014 - page 32

CIVILTÀ DEL LAVORO
VI • 2014
32
LA NOSTRA ECONOMIA
sta attraversando un
momento di grande discontinuità e ha sempre più biso-
gno di essere orientata all’intraprendenza e all’innovazio-
ne, applicata a tutti i settori. In questo quadro l’economia
digitale è oggi l’opportunità più pervasiva e accessibile
che abbiamo a disposizione, perché è in grado di agire
su organizzazione e processi e concorre fortemente alla
crescita: dove non c’è innovazione, non c’è competitività.
Siamo in una fase caratterizzata da grandi cambiamen-
ti e l’econo-
mia digitale
sarà il ful-
cro di que-
s t o c am-
biamento:
chi reste-
rà indietro
o escluso
rischia di
non riusci-
re ad es-
sere com-
petitivo sui
mercati. In
questo con-
testo la funzione delle banche è quello di assumere il
ruolo di “facilitatore” e di “motore del cambiamento” nel
guidare e sostenere sia coloro che si aprono solamente
oggi alle potenzialità di questa nuova frontiera digitale,
sia coloro che invece sono attivi già da tempo su questo
fronte. Questo scenario emerge chiaramente guardan-
do i numeri: in Italia, ad esempio, nel 2012 Internet ha
avuto un impatto diretto pari al 2% del Pil nazionale. Le
imprese che negli ultimi quindici anni, ovvero da quan-
do Internet ha iniziato a prender piede nelle nostre vite,
hanno investito nel digitale hanno creato 700mila posti
di lavoro, di cui il 70% è direttamente collegato a Inter-
net (in particolare nel settore delle telecomunicazioni,
della comunicazione e anche, in parte, in quello banca-
rio) e il restante 30% è costituito dai posti di lavoro indi-
rettamente collegati al web.
Inoltre, secondo i dati relativi al 2012 elaborati da McKinsey
& C., per ogni posto di lavoro che viene a mancare, grazie
a Internet ne nascono ulteriori 2,6 in Europa e 1,8 in Italia.
C’è ancora molto da fare, ma siamo sulla buona strada: ogni
giorno si vedono e si leggono dei progressi di aziende che
fino a qual-
che anno
fa neppure
esisteva-
no e ciò fa
ben sperare
per i pros-
simi anni.
L’innova-
zione, quin-
di, può rap-
presentare
l a ch i ave
di sviluppo
del nostro
Paese per
rilanciarne l’economia, ed è necessario lavorare perché
questa “spinta innovativa” si diffonda in tutti i settori. A
tal proposito è stata recentemente introdotta da parte
del Governo la categoria delle “piccole e medie impre-
se innovative”, a cui si applicano la stessa disciplina e le
stesse agevolazioni delle startup innovative. Queste era-
no state previste nel cosiddetto decreto “Crescita 2.0” del
2012 e prevedevano una serie di esenzioni ai fini della
costituzione e iscrizione della startup nel Registro delle
imprese, agevolazioni fiscali, deroghe al diritto societario
e una disciplina particolare nei rapporti di lavoro nell’im-
presa. L’attenzione che si è venuta a creare per queste
MOTORI DEL
CAMBIAMENTO
di Maurizio Sella, Presidente Banca Sella Holding
Cavaliere del Lavoro
Bisogna sostenere lo sviluppo delle attività imprenditoriali innovative
copertina 1...,22,23,24,25,26,27,28,29,30,31 33,34,35,36,37,38,39,40,41,42,...copertina 4
Powered by FlippingBook