Civiltà del Lavoro, n. 6/2014 - page 73

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INTERVISTA
CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2014
e ci si limitò ad approfittare della favorevole situazione
dei mercati finanziari per collocare alcune aziende senza
definirne strategie e governance.
Lei è uno dei massimi sostenitori dell’industria mani-
fatturiera. Come ha portato avanti questa sua convin-
zione da quando è alla guida di Fincantieri?
È vero, sono un sostenitore convinto dell’importanza dell’in-
dustria manifatturiera, che ritengo sia il vero motore dell’e-
conomia. Sono quasi 50 anni che sostengo che la vera
ricchezza dell’Italia è il “saper fare”. La storia di questo
Paese affonda le sue radici nella grande esperienza ma-
nifatturiera, non solo perché siamo tra i fondatori dell’Eu-
ropa, ma anche perché siamo ancora oggi una delle più
grandi economie manifatturiere del mondo occidentale,
la seconda in Europa.
Un percorso che si intreccia inevitabilmente con la storia
di Fincantieri, fatta di artigiani, operai, tecnici, manager
che insieme hanno reso quest’azienda uno dei più grandi
e complessi gruppi navalmeccanici al mondo, il solo ad
operare in tutti i settori ad alto valore aggiunto. Questa
unicità risiede appunto nel lavoro di saldatori, carpentie-
ri, tecnici e ingegneri che progettano e realizzano un pro-
dotto a misura di ciascun cliente.
Come gruppo abbiamo conosciuto crisi tremende e le ab-
biamo superate, con fatica e con grandissimo impegno,
sapendo che se fossimo sopravvissuti ne saremmo usciti
rafforzati. Tutto questo è stato possibile grazie alla convin-
zione che per crescere è fondamentale che la creazione
di valore si accompagni alla salvaguardia dell’immenso
patrimonio culturale e umano che lo circonda.
L’acquisizione del pacchetto di maggioranza nei can-
tieri di Vard, in Norvegia, ha accresciuto l’indebita-
mento. È stata una scelta opportuna in tempi di crisi?
L’acquisizione di Vard, una delle più importanti operazioni
di M&A effettuate nel 2013, non solo a livello nazionale,
è stata finanziata prevalentemente con l’utilizzo di risorse
interne. Fincantieri l’ha affrontata forte di una situazione
finanziaria e patrimoniale solida, con cassa in eccesso di
debito a fine giugno 2012 per più di 900 milioni di euro,
oltre a circa 200 milioni di fidi non utilizzati.
Con questa operazione abbiamo raggiunto una posizione
di leadership nel settore offshore, un mercato considerato
attrattivo per i consistenti volumi di investimento prospet-
tici, collegati anche alle nuove esplorazioni e alle nuove
tecnologie in via di sviluppo, che prescindono dai possibi-
li scenari macroeconomici e di evoluzione del prezzo del
petrolio e che ne fanno uno dei segmenti più significativi
e profittevoli nella cantieristica mondiale.
Oggi, con 21 cantieri in quattro diversi continenti, qua-
si 20.000 dipendenti e ricavi per circa quattro miliardi di
euro, il Gruppo ha raddoppiato le sue dimensioni diven-
tando il quarto costruttore navale di riferimento su scala
mondiale alle spalle di tre gruppi coreani e l’unico produt-
tore occidentale, per diversificazione e presenza in tutti
i settori ad alto valore aggiunto, in grado di confrontarsi
con i giganti asiatici.
Mi sembrano tutti ottimi motivi per aver portato a termi-
ne un investimento strategico in maniera, ripeto, piena-
mente sostenibile.
La quotazione in Borsa di Fincantieri, avvenuta a lu-
glio scorso, ha prodotto almeno in questa prima fase
risultati inferiori alle attese. Come mai?
Io penso in realtà che la quotazione in Borsa di Fincan-
tieri sia stata non solo un successo, ma un vero e proprio
miracolo. Abbiamo raccolto 350 milioni di euro, grazie ai
quali ora possiamo contare su nuovi mezzi per supporta-
re a nostra crescita, creando valore per i nostri azionisti
storici e prospettici.
Ribadisco ancora una volta che siamo particolarmente or-
gogliosi della fiducia che ci hanno accordato i risparmiatori
italiani e i nostri dipendenti, ai quali siamo grati, così come
lo siamo al nostro azionista Cdp, che ci accorda pieno so-
stegno e fiducia, accompagnando con forza la nostra azio-
ne. Considerato che prima e dopo di noi altre quotazioni
sono state rinviate o addirittura cancellate, per giunta da
parte di aziende meno complesse e con ben altri margini
rispetto a quelli assicurati dal nostro comparto, non faccio
che convincermi ogni giorno di più della validità dell’ope-
razione che abbiamo condotto in porto.
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