Civiltà del Lavoro, n. 6/2014 - page 75

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INTERVISTA
CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2014
Tutti i 34 riduttori ad assi
paralleli forniti da Brevini,
che aprono e chiudono le
paratoie, dovranno du-
rare 35 anni senza gua-
sti, per un totale di oltre
57.000 ore lavoro.
Il sistema manifattu-
riero italiano non vive
un momento facile e
si parla molto di inter-
nazionalizzazione co-
me chiave per la ripre-
sa. Come fare affinché
questa non si traduca in
delocalizzazione?
Certamente il sistema
manifatturiero vive, e
non da oggi, una fase
non facile ma non possiamo accettare la visione “orien-
tata al declino”. È solo con l’eccellenza che potremo co-
struire il futuro del “made in Italy”.
Abbiamo appena presentato al nostro international me-
eting la nuova gamma di riduttori e l’abbiamo battezzata
“Serie E”, proprio per sottolineare il ruolo che abbiamo ri-
servato all’eccellenza con la E maiuscola nelle nostre stra-
tegie al 2020 e come questa sia legata a doppio filo con
una visione globale. Abbiamo sempre definito l’apertura
delle filiali e delle nostre unità produttive fuori dall’Italia
(sono una trentina le filiali e sono sei gli stabilimenti a
livello di gruppo, senza contare il nuovo polo produttivo
che sarà inaugurato nel 2015 a Limeira, in Brasile) con un
termine preciso: “localizzazione”. Intendiamo così sotto-
lineare che i nostri investimenti, realizzati anche in colla-
borazione con le strutture dedicate del governo italiano
(Sace e Simest in testa), non sono mai stati concepiti co-
me una delocalizzazione classica per cercare minori costi.
Le nostre filiali sono dotate di officine capaci di co-pro-
gettare e “customizzare” i prodotti e di garantire un ser-
vice post vendita di altissimo profilo. Questo per noi è
“localizzare”. Vorrei, in conclusione, ribadire che per tut-
te le persone Brevini (circa 2.500 nel mondo) la parola
ripresa, analogamente a delocalizzazione, si adatta poco
al nostro modo di fare impresa. Utilizziamo ogni giorno
una parola diversa: “crescita”. La Brevini vuole continua-
re a crescere. Brevini è nata nel 1960 a Reggio Emilia e
nel 2015 celebrerà 55 anni di vita industriale e la parola
chiave sarà sempre la stessa: crescita.
Germania: +16,5% con-
tro +11,6%. Siamo capaci
di innovare e competere.
È partendo da questa
convinzione che analiz-
ziamo continuamente i
mercati e i competitor.
Certo, ci sono realtà più
grandi di noi nei nostri
settori operativi e certa-
mente tutti i player, gran-
di e piccoli, sono molto
agguerriti. Ma non ab-
biamo timori reverenziali
verso nessuno.
Oggi se vogliamo vincere
sui mercati mondiali dob-
biamo garantire una pre-
senza continua al fianco
del cliente, la massima
velocità nelle consegne e naturalmente qualità dei pro-
dotti e delle soluzioni integrate.
La Brevini figura tra le aziende italiane attualmente
impegnate in progetti tecnologici all’avanguardia, co-
me ad esempio il nuovo Canale di Panama e la “Hong-
hai Crane”. Ce ne parla?
La lista delle “forniture da record” sarebbe molto lunga.
Brevini è stato scelto per muovere autentici capolavori
della tecnologia: dalla copertura dello stadio di Wembley
al palco usato nella cerimonia inaugurale delle Olimpia-
di di Pechino.
La lista delle applicazioni eccellenti spazia in settori di-
versissimi fino al mini crane utilizzato in alcune scene del
film Transformers 4. Fare una classifica è molto difficile.
Certamente fornire i sistemi di trasmissione che muove-
ranno la più grande gru portuale del mondo è motivo di
orgoglio per noi. La ‘Honghai Crane’ (questo il nome scel-
to per la gru) sarà undici volte più potente della più gran-
de gru mobile finora installata nel mondo e per muoverla
saranno impiegati 24 riduttori Brevini, che azioneranno
altrettanti argani da 65 tonnellate.
Analogo discorso si potrebbe fare per i sistemi che muo-
vono le paratie del nuovo Canale di Panama. È un nuo-
vo successo per la meccanica avanzata italiana, in quella
che è definita l’opera d’ingegneria più esaltante del terzo
millennio. Solo con l’eccellenza si possono acquisire com-
messe come il Canale di Panama, che vedono in campo i
grandi player mondiali e che richiedono tecnologie evolute.
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