Civiltà del Lavoro, n. 2/2015 - page 58

CIVILTÀ DEL LAVORO
II - 2015
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OPINIONE
modernizzazione passando da un’economia prevalente-
mente agricola a un’economia anche industriale cui era
stata costretta a strutturarsi per le esigenze militari. Tale
evento sollecitò cambiamenti politici e sociali.
Purtroppo la miopia delle forze politiche dell’epoca e in
particolare quella del partito socialista, che subì nel 1921
la scissione della fazione comunista suggestionata questa
dagli eventi della rivoluzione bolscevica del 1917 in Rus-
sia, furono la concausa della nascita del fascismo, evento
che produsse il condizionamento della successiva storia
d’Italia, da ultimo con la disastrosa entrata nella secon-
da guerra mondiale, i cui effetti continuano ancora og-
gi a tormentarci.
Fino al 1914 l’Europa era faro di civiltà nel mondo, ma
permaneva ancora, nella classe dirigente delle sue più
importanti nazioni, la cultura ottocentesca della politica
di potenza, quella cultura che aveva fatto la storia d’Euro-
pa anche nei secoli precedenti. Gli imperi centrali, la Ger-
mania e l’Austria si sentivano stretti fra le altre nazioni e
vollero cogliere il “casus belli” (l’occasione dell’assassinio
a Sarajevo nel giugno 1914 dell’Arciduca Francesco Ferdi-
nando, erede della corona d’Asburgo) per dare legittima-
zione e attuazione alla loro politica di potenza.
La guerra si estese immediatamente: all’entrata in guer-
ra dell’Austria-Ungheria contro la Serbia nel mese di lu-
glio, seguirono quelle della Germania alleata dell’Austria-
Ungheria, della Russia alleata della Serbia, della Francia
alleata della Russia, dell’Inghilterra alleata della Francia
con le loro colonie. In seguito, con il coinvolgimento del
Giappone e dell’Impero Ottomano, la guerra si estese an-
che nell’Estremo Oriente e nel Medio Oriente. Infine, con
l’intervento degli Stati Uniti d’America, la deflagrazione
divenne mondiale.
L’Italia, legata all’Austria-Ungheria e alla Germania con il
trattato della Triplice Alleanza, si trovò a dovere sceglie-
re. Prima optò per la neutralità ritenendo, a ragione, che i
suoi alleati avessero tradito lo spirito difensivo del trattato
e, poi, nell’anno successivo, entrò in guerra schierandosi
con le nazioni dell’Intesa, constatato che l’Austria-Unghe-
ria era aliena dal prendere in concreta considerazione le
rivendicazioni territoriali già da tempo proposte dal no-
stro Governo.
LA GRANDE GUERRA DETERMINÒ CAMBIAMENTI POLITICI
E SOCIALI, MA LA MIOPIA DELLE FORZE POLITICHE FU
LA CONCAUSA DELLA NASCITA DEL FASCISMO E DELLA
DISASTROSA ENTRATA NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
I CUI EFFETTI CONTINUANO ANCOR OGGI A TORMENTARCI
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