Civiltà del Lavoro, n. 2/2015 - page 56

CIVILTÀ DEL LAVORO
II - 2015
56
INTERVISTA
Tenendo a mente la sua esperienza di inviato com-
merciale del Primo Ministro, di Ministro per l’Energia
ed il Cambiamento Climatico e del Commercio, Inno-
vazione e Competenze, si può affermare che questi
incarichi l’abbiano posta in una posizione privilegia-
ta di osservatore dello scenario globale. Quali le va-
riabili chiave che un imprenditore dovrebbe tenere
sotto controllo?
Sulla scorta delle mia passata esperienza e soprattutto
delle evoluzioni nel modo di fare business degli ultimi
due o tre anni, direi che l’aspetto che maggiormente sal-
ta all’occhio sia rappresentato dal fatto che gli operatori di
business nel Regno Unito siano diventati particolarmente
attenti al mercato locale e abbiano, per così dire, meno
spirito di avventura e iniziativa internazionale rispetto a
quanto si sia registrato in passato.
Questa filosofia operativa poteva essere considerata accet-
tabile in tempi di prosperità del Regno Unito e dell’Unio-
ne europea (mercati, per così dire domestici). La recente
recessione, appena superata, ha riportato alla ribalta la
necessità di non tralasciare lo sviluppo commerciale a li-
vello globale, rispetto a
quello domestico e co-
munitario.
Per portare un argomen-
to a supporto di quanto
appena affermato, ba-
sta citare un recente da-
to statistico afferente le
Pmi del Regno Unito. Cir-
ca il 60% di queste ulti-
me trova come mercato di sbocco esclusivamente quello
domestico. E di quelle che invece si sono rivolte al mer-
cato estero, gran parte di esse lo ha fatto esclusivamen-
te perché un acquirente straniero è venuto a bussare al-
la loro porta. È un dato che ha destato preoccupazione
nell’era della globalizzazione. Esso rende evidente la di-
mensione e la complessità della sfida che il governo del
Regno Unito si trova ad affrontare nel voler favorire una
maggiore apertura della produzione nazionale ai merca-
ti globali ed in particolare a quelli dei paesi emergenti.
In passato non siamo stati in grado di raggiungere con
sufficiente grado di rapidità un livello di penetrazione ac-
cettabile in mercati in rapida espansione, quale quello
dell’Angola o dell’Indonesia. Proprio la coscienza della di-
mensione di questa sfida ha fatto sì che nel lasciare il mio
incarico di governo ritenessi di estremo interesse a tal fine,
ed ho pertanto accettato, quello presso il Commonwealth.
Penso che il Commonwealth rappresenti in termini di rete
e dimensione di mercato (una ventina dei 53 paesi mem-
bri ricadono nella categoria dei mercati emergenti) anche
per l’Italia una notevole opportunità di espansione. Ov-
viamente per il Regno
Unito la penetrazione in
tali aree è più semplice
in funzione dei vantag-
gi offerti dalla lingua e
da un quadro formati-
vo e legale similare, ma
anche per il vostro Pae-
se l’opportunità è molto
ghiotta.
Fabio Lancellotti
copertina 1...,46,47,48,49,50,51,52,53,54,55 57,58,59,60,61,62,63,64,copertina 3,...copertina 4
Powered by FlippingBook