Civiltà del Lavoro, n. 2/2015 - page 52

CIVILTÀ DEL LAVORO
II - 2015
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INTERVISTA
membri del Commowealth, se consideriamo i due grandi
paesi appena citati e se vi aggiungiamo il Regno Unito,
le cui previsioni economiche individuano uno scenario di
crescita, ci troviamo di fronte a un mercato complessivo
in fase di espansione e molto attraente, in funzione del-
le sue specifiche caratteristiche.
Il Commonwealth abbraccia un sistema regionale estre-
mamente vivace. Diciannove paesi membri fanno par-
te dell’Unione Africana, dodici della Comunità dei Pa-
esi Caraibici, dieci del forum delle Isole del Pacifico,
sette dell’Apec, cinque della Saarc e tre sono anche
membri della Ue (Regno Unito, Malta e Cipro). In che
modo le imprese italiane potrebbero avvantaggiarsi
dall’interazione con tale network?
La dimensione del sistema Commonwealth con i suoi
53 paesi membri, come dicevo, ne fa un’area di mercato
molto grande e diversificata. Come organizzazione siamo
aperti al dialogo nei confronti di altre nazioni come l’I-
talia, anzi, siamo tesi a favorire queste condizioni. Prova
ne è che a novembre, a Malta, si terrà il Commonwealth
Business Forum. In questa occasione stiamo invitando e
saranno benvenute delegazioni commerciali e imprendi-
toriali di stati non membri, al fine di creare un momento
di dialogo e di facilitazione delle iniziative economiche.
A questo evento parteciperanno i capi di Stato dei pae-
si membri del Commonwealth e delegazioni governative
e imprenditoriali di altissimo standing, con le quali sarà
possibile interagire direttamente. Questo potrebbe esse-
re un ottimo trampolino di lancio per le imprese italiane.
La nostra è una organizzazione volta a favorire e suppor-
tare il dialogo e la capacità di interazione e interscam-
bio sia all’interno del perimetro dei paesi membri, sia tra
stati non membri e paesi del Commonwealth. La porta è
pertanto da considerarsi ampiamente aperta.
Nei paesi del Commonwealth più del cinquanta per
cento dei cittadini hanno meno di trent’anni. In 31
dei 53 stati membri un quinto della popolazione è
al di sotto dei 14 anni. Quali sono i principali bisogni
di queste nuove generazioni in termini di consumo e
quale il potenziale come forza lavoro? Quanto sarebbe
complesso per le imprese italiane raggiungere questi
segmenti di mercato e con quali strumenti?
Per quanto riguarda le nuove generazioni, un’area che ci
trova molto attenti a curarne lo sviluppo e la diffusione in
termini di cultura tra queste, è quella tecnologica. Esempi
di questa attenzione potranno essere trovati proprio du-
rante le discussioni, gli incontri e le presentazioni relati-
ve all’evento di Malta appena menzionato. Solo per fare
un esempio, una specifica sezione sarà dedicata al tema
delle smart cities, ad essa parteciperanno leader di cen-
tri di ricerca e delle più importanti tech company dell’A-
rea Commonwealth.
L’Italia è molto famosa per la sua creatività e il suo stile e
la capacità di inserire tali elementi all’interno di soluzioni
tecnologiche. Riterrei estremamente favorevole l’oppor-
tunità per le imprese italiane di entrare in contatto con le
nuove generazioni dei paesi del Commonwealth, alla ri-
cerca di un comune percorso creativo e di sviluppo di solu-
zioni tecnologiche avanzate. Inoltre, le nuove generazioni
sono molto sensibili al tema della moda e l’Italia, a mio
parere, è leader assoluto e indiscusso nel settore. La mo-
da di oggi è anche interazione con i social media e utiliz-
zo di questi nuovi modi di comunicare per diffondere ten-
denze. Si ritorna, quindi, al tema delle nuove tecnologie.
Infine, l’Italia è un Paese universalmente riconosciuto per
la qualità del suo settore alimentare. Non andrebbe sotto-
valutata la possibilità di rafforzare questa immagine avvi-
POSSIAMO SUPPORTARE
LE AZIENDE ITALIANE
NELL'IDENTIFICAZIONE
DI PARTNER AFFIDABILI
CON CUI INTERAGIRE
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