Civiltà del Lavoro, n. 1/2014 - page 18

CIVILTÀ DEL LAVORO
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da parte di NCD – di cui il parlamentare è un componen-
te – alla maggioranza di governo, ma perché il neo Presi-
dente del Consiglio ha operato una “significativa discon-
tinuità rispetto alla recente legge Fornero e ai più antichi
tabù della sinistra politica e sindacale”.
Le principali novità contenute nel decreto legge in mate-
ria di lavoro consistono nell’eliminazione di ogni causale
per il contratto a termine, nella possibilità di prorogarlo
anche più volte entro il limite di tre anni, nel semplifica-
re il piano formativo del contratto di apprendistato (l’of-
ferta formativa pubblica diventa discrezionale e la forma
scritta resta obbligatoria per il contratto medesimo e il
patto di prova, ma non per il piano formativo individuale,
ndr). Corrette anche le misure in tema di ammortizzato-
ri sociali inserite nel disegno di legge delega al governo,
che si realizzano “su base assicurativa e non assistenzia-
le”, così come altre misure “che corrispondono a vecchie
richieste del mondo dell’impresa finalmente accolte in
modo compiuto”.
Sacconi conclude tornando nuovamente sull’articolo 18,
che considera espressione di un mondo che non è più il
nostro – “dobbiamo uscire dal Novecento ideologico” – e
che frena la propensione degli imprenditori ad assume-
re. “Credo nel concetto di comunità e l’impresa lo è, ma
quando tra due persone si rompe il rapporto di fiducia, bi-
sogna poter sciogliere anche il rapporto di lavoro, a deter-
minati costi e garantendo naturalmente certe tutele”.
ancora una volta
scelte mancate
“Alla fine di tutto noi siamo le nostre scelte”. Michele Ti-
raboschi, direttore del Centro Studi internazionali e com-
parati “Marco Biagi” dell’Università di Modena e Reggio
Emilia, esordisce utilizzando le parole di Jeff Bezos, am-
ministratore delegato di Amazon, durante un discorso agli
studenti dell’università di Princeton, per esprimere il ram-
marico e segnare al tempo stesso la personale distanza
dalle mancate scelte del presidente del Consiglio Renzi
in tema di lavoro.
Oltre al fatto che le principali misure di semplificazione
viaggeranno attraverso una legge delega con inevitabi-
le allungamento dei tempi, Tiraboschi stigmatizza il fat-
to che lo sforzo maggiore abbia interessato aspetti mar-
ginali, quale ad esempio la liberalizzazione del contratto
a tempo determinato, che è già ampiamente usato negli
avviamenti al lavoro e che comunque sul lungo termine
non risolve il problema del precariato.
A proposito del contratto di apprendistato, il docente sot-
tolinea invece come l’annullamento dell’obbligatorietà
della formazione pubblica sia a forte rischio di contesta-
zione da parte dell’Europa, in quanto gli sgravi conces-
si all’azienda potrebbero essere considerati come aiuti di
Stato. Avere preso questa decisione senza interpellare le
Regioni, che della formazione sono titolari e dovrebbero
erogare il relativo servizio, rappresenta “una scorciatoia
per nascondere l’inattività delle medesime che non legi-
ferano in materia”.
Maurizio Sacconi
Michele Tiraboschi
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