Civiltà del Lavoro, n. 1/2014 - page 28

CIVILTÀ DEL LAVORO
I • 2014
28
DOSSIER
FOCUS
PRIMO
PIANO
INCHIESTA
RITRATTI
Nel merito delle proposte mentre il testo di NCD, dalle
notizie in circolazione, pare essere direttamente e preci-
puamente rivolto al tema del lavoro nella sua declinazio-
ne giuridica, il Jobs Act, invece, apre con un’ampia parte
dedicata a interventi di sistema nel campo dell’economia.
La ratio di tale impianto appare evidente: non si può pen-
sare di rimettere in moto il mercato del lavoro, se non si
fa il necessario per riavviare il ciclo economico.
In altri termini, come si è sentito ripetere altre volte: il la-
voro non si crea per decreto.
Ecco allora un elenco altrettanto condivisibile di azioni
(e fa piacere scoprire che molte sono quelle da sempre
suggerite da Confindustria), quali la riduzione del costo
dell’energia e del carico fiscale sulle imprese, i risparmi
da revisione della spesa pubblica, la semplificazione am-
ministrativa, l’agenda digitale e altro ancora.
Ecco, inoltre, il proposito di definire dei piani industriali per
alcuni settori considerati strategici: cultura, turismo, agri-
coltura e cibo, made in Italy, Ict, green economy, nuovo
welfare, edilizia, manifattura.
Da qui, poi, si passa ai suggerimenti per la definizione
di nuove regole, meno rigide delle attuali, per il merca-
to del lavoro.
Si tratta di un approccio che pare dimostrare chiarezza di
idee su due questioni fondamentali intorno alle quali ruo-
ta il destino economico del nostro Paese.
La prima è quella della competitività sia del sistema, per
cui è fondamentale avviare una seria politica industriale,
sia delle imprese.
Per quanto riguarda queste ultime, le parole chiave riten-
go siano qualità delle risorse umane, flessibilità organiz-
zativa, flessibilità retributiva, ma anche e soprattutto (se
si intende riconoscere maggior spazio alla contrattazione
aziendale) qualità delle relazioni industriali.
IL JOBS ACT
del segretario del Partito Democratico
(che ha cominciato in questi giorni a concretizzarsi con un
decreto legge e con un disegno di legge delega al gover-
no entrambi su importanti istituti inerenti il lavoro), co-
sì come la proposta di legge da parte del Nuovo Centro
Destra e altre proposte ancora, sono più che condivisibi-
li nei principi. Semplificazione normativa, riduzione delle
troppe tipologie contrattuali, superamento del dualismo
tra il far-west dei precari e gli iper-tutelati, agevolazione
del contratto a termine, dell’apprendistato e dell’integra-
zione scuola-lavoro, sistematizzazione in un unico Codice
del lavoro di regole chiare, certe e comprensibili anche
(e soprattutto) ai potenziali investitori stranieri, non av-
vezzi ai bizantinismi che caratterizzano il nostro sistema
normativo e, spesso, sociale.
RIFORMA
DEL LAVORO,
AVANTI TUTTA
di Paolo Alberto Lamberti, Presidente Lamberti
Da troppo tempo imprese e giovani aspettano interventi per riattivare l’occupazione
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