Civiltà del Lavoro, n. 1/2014 - page 26

CIVILTÀ DEL LAVORO
I • 2014
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DOSSIER
FOCUS
PRIMO
PIANO
INCHIESTA
RITRATTI
è solo la punta di un iceberg
di un problema sommerso,
che caratterizza ampie fasce
del nostro tessuto economico.
Ed è il frutto di una evidente
assenza legislativa in materia,
la conseguenza di ritenere il
presente sempre e comun-
que più importante del futu-
ro. Forse abbiamo dimentica-
to che in situazioni difficili o,
per meglio dire, drammatiche
come quella di oggi il “con-
fronto” deve saper rischiare di
tramutarsi in “scontro”. Que-
sto consente di recuperare as-
sunzione di responsabilità, su-
peramento degli schemi, ma
anche visione verso il futuro.
Quando si deve valutare una situazione di vera emer-
genza, il vero coraggio è quello di chi riesce a superare
gli schieramenti di parte o le ideologie di bandiera. Negli
anni 2008-2009, lo ricordiamo, ci siamo confrontati con
la fase di avvio di questo lungo periodo di crisi economi-
ca. Nel 2008 in Guala Closures non abbiamo avuto esita-
zioni e ci siamo mossi su tre direttive:
potenziamento delle produzioni di gamma intermedia: il
cliente avrebbe affrontato la crisi dapprima riducendo i
costi e noi dovevamo essere pronti a proporre soluzioni
adeguate;
reattività immediata: non abbiamo aspettato che la
crisi ci arrivasse addosso, abbiamo giocato d’anticipo;
riduzione dei costi di gestione sì, ma salvaguardia delle
professionalità, offrendo ai nostri “colletti bianchi”
un lavoro da “colletti blu” in fabbrica sui tre turni,
scardinando i tabù dei diritti acquisiti e un modo miope
e suicida di considerare le tutele contrattuali come
unico diritto inalienabile.
QUELLO ATTUALE
non è un panorama con-
fortante per il nostro Paese,
ma è quello in cui dobbia-
mo muoverci. Lavoro, politi-
ca, servizi, giustizia, scuola.
Ognuno di questi aspetti ha
forti connessioni con gli altri e
meriterebbe una attenta revi-
sione con una visione di me-
dio/lungo termine. Da dove
partire? Credo che scuola e
lavoro rappresentino la vera
priorità. Le due cose vanno a
braccetto. Impossibile scinde-
re le due riforme per tornare
a esser competitivi e creare
un futuro migliore per i no-
stri giovani. Non c'è presente
senza cultura e sviluppo del lavoro. Non c'è futuro senza
nuove generazioni, coscienti della propria energia e ric-
che di creatività e competenze.
Come imprenditore posso agire sulla scuola solo in ma-
niera indiretta anche se concreta, attraverso stage, cor-
si di specializzazione interni ai nostri stabilimenti, “lectio
magistralis” in istituti superiori e università. Per il lavoro
posso e devo fare di più in maniera diretta. Non c'è più
tempo. Ma perché restiamo inermi e inattivi? Di cosa di-
fettiamo? Forse difettiamo del “coraggio del confronto”. È
da anni che tutti noi, imprenditori compresi, facciamo cat-
tiva politica. Parliamo, parliamo, parliamo, pensando che
le parole facilitino il confronto con le nostre maestranze,
le parti sociali, le associazioni di categoria ecc. Ad esem-
pio, non ci si spiega come a tutt’oggi non si sia riusciti a
risolvere con provvedimenti definitivi l’annoso problema
del “cuneo fiscale”, che induce le aziende a sostenere un
elevato costo del lavoro a fronte di un basso salario al di-
pendente. Ciò che accade in questi tempi (vedi Electrolux)
IL
CORAGGIO
DELLE
SCELTE
di Marco Giovannini, Presidente Guala Closures
La riforma della scuola e del lavoro sono essenziali per tornare ad essere competitivi
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