Civiltà del Lavoro, n. 1/2014 - page 27

CIVILTÀ DEL LAVORO
I • 2014
27
DOSSIER
FOCUS
PRIMO
PIANO
INCHIESTA
RITRATTI
In pratica abbiamo preferito dare vigore al primo articolo
della Costituzione: “L’Italia è una Repubblica fondata sul
lavoro, dimostrando che, quando ce n'è bisogno, tutti noi
sappiamo rimboccarci veramente le maniche e passare
dall’ufficio in fabbrica per il bene di tutta l’azienda. Il ri-
sultato è stato di mantenere occupazione e salario per i
dipendenti che, quando si è reso possibile, hanno recu-
perato la loro originaria professionalità. Un modo diver-
so e coraggioso di superare gli schemi che ha ottenuto
forte approvazione e coinvolgimento anche dalla contro-
parte sindacale. Applicando il vero buon senso, il capito-
lo uno del mio Job Act verterebbe sulla flessibilità senza
regole, per poter sfruttare ogni singola opportunità di la-
voro che si presenti.
Ma difettiamo anche del “Coraggio delle scelte”. Noi tut-
ti amiamo circondarci di persone che conosciamo o, peg-
gio, talvolta di “yes man”. Questo porta inevitabilmente
a un impoverimento delle nostre organizzazioni. La linfa
vitale dell'entusiasmo, dell'innovazione, della creatività
anche un po' spericolata, viene invece dai giovani, da ra-
gazzi che non hanno confini fisici. Li hanno abbattuti con
la “rete” e la tecnologia informatica. Loro hanno la fortu-
na di vivere il “presente”, come un momento proiettato
costantemente in un “futuro” più ricco e divertente. Nel-
la mia azienda abbiamo scelto di muoverci in questa di-
rezione. Abbiamo inserito giovani laureati affiancandoli
ai nostri responsabili, all'interno delle più importanti fun-
zioni aziendali: ricerca, industrializzazione, finanza, ven-
dite. Creare squadra tra loro, con una logica trasversale e
slegata dai consueti vincoli gerarchici e organizzativi, sta
generando un volano positivo di ottimismo e di energia
che contagia il lavoro anche dei meno giovani. Abbiamo,
ad esempio, deciso di investire su menti aziendalmente
vergini, in “cervelli” allenati dagli stimoli positivi dei vi-
deogiochi, lanciando anche un progetto dedicato all’ap-
plicazione industriale e multi-materiale delle stampanti
3D. Questo non per rottamare i sessantenni, ma per uti-
lizzarli così come noi avremmo fatto a suo tempo con la
Treccani. Fonti di esperienza e conoscenza indispensabili,
per evitare gli errori del passato ma, nel contempo, limi-
tati nel potere di dire “no” e ostacolare il cambiamento.
Troppo spesso tutti noi, avanti con l'età e rassicurati da
posizioni di privilegio, perdiamo il coraggio e la necessità
di dire “sì” al nuovo. Per questa ragione, al capitolo due
del mio “Job Act”, fisserei un limite di età (55/60 anni)
per incarichi nelle posizioni di vertice aziendali o istitu-
zionali. Abbiamo bisogno di metterci in marcia con la ve-
locità di un quattrocentista nel fiore degli anni. I tempi
stanno cambiando con ritmi sempre più veloci. Sensibilità
diverse e superamento dei pre-giudizi devono darci il co-
raggio di impostare nuove regole del gioco con la serena
consapevolezza che tutto è migliorabile cammin facen-
do. L'importante è mettersi in marcia ora perché il tem-
po delle attese è finito.
Marco Giovannini è stato nominato Cavaliere del Lavoro
nel 2012. È a capo della Guala Closures, leader mondiale
nel settore delle chiusure in alluminio principalmente per il
settore enologico. Ha saputo sviluppare l’azienda che oggi
vanta un patrimonio tecnologico di oltre 70 brevetti.
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