Civiltà del Lavoro, n. 1/2014 - page 29

29
CIVILTÀ DEL LAVORO
I • 2014
DOSSIER
FOCUS
PRIMO
PIANO
INCHIESTA
RITRATTI
La seconda è la necessità, in
carenza di adeguate risor-
se da destinare al sostegno
dell’economia, di procedere
senza più indugi a tagli del-
la spesa pubblica corrente.
Il documento indica di desti-
nare i risparmi ottenuti alla
riduzione della pressione fi-
scale sui redditi di lavoro. Se
ne ricaverebbe un allenta-
mento della spinta sindacale
tesa all’aumento dei salari,
ottenendo una stabilizzazio-
ne dei costi produttivi. Un
recupero, in prospettiva, di
competitività.
La proposta di NCD pare più
limitata e orientata diretta-
mente al tema delle regole,
suggerendo in buona parte il
ripristino di formule vigenti pri-
ma della riforma Fornero, la quale, se da un lato ha intro-
dotto norme utili soprattutto ai fini della stabilizzazione
dei conti della previdenza, dall’altro non ha saputo coglie-
re le esigenze di un mercato che non riesce ancora a de-
finire assetti organizzativi (e di conseguenza posizioni di
lavoro) stabili e definitivi in questa fase, nella quale sof-
friamo della crisi mondiale iniziata nel settembre 2008.
Si può dire, quindi, che tale riforma non abbia avuto una
funzione “anticiclica”, ma l’esatto contrario. E poiché quelle
condizioni di difficoltà nel campo economico sono tutt’al-
tro che superate, ecco opportunamente la proposta di un
ritorno alle origini. Tra le misure economiche di accompa-
gnamento, si fa apprezzare in particolare l’ipotesi di “po-
tenziamento” degli sgravi fiscali sul salario di produttivi-
tà: una locuzione che dovrebbe essere letta, considerato
che attualmente tale sgravio non sussiste, come (auspi-
cabilmente) “ripristino strutturale”.
Alcune ipotesi di entrambi i documenti stanno facendo
e faranno discutere (come, ad esempio, la previsione di
una presenza dei rappresentanti dei lavoratori nel con-
siglio di amministrazione delle grandi imprese, nel Jobs
Act, e come invece, nel testo NCD, il diritto di reintegro
nel posto di lavoro solo per i licenziamenti discriminato-
ri), ma è prioritario non distogliere in alcun modo l’atten-
zione dall’obiettivo strategico: supportare la crescita delle
nostre imprese, del nostro mercato.
A proposito di mercato una
comparazione con quanto
accade negli altri paesi in-
dustrializzati a noi più vici-
ni, in termini di ordinamento
giuridico e cultura, potreb-
be essere utile per arricchire
questo quadro di proposte,
anche se siamo consapevoli
che la comparazione con l’e-
stero non è sempre agevole
e utile, perché resa compli-
cata dalla diversità dei si-
stemi. È importante che le
forze politiche diventino con-
sapevoli che la riforma delle
regole sul lavoro è urgente
perché è un tassello fonda-
mentale per la competitività
del Paese e deve quindi es-
sere evitato il rischio dell’en-
nesima contrapposizione ideo-
logica che paralizzerebbe i buoni propositi riformatori.
Si confrontino i testi, ci si misuri, più con ragionevolezza
che con spirito di affermazione di parte, sulla reale utilità
delle proposte, si giunga a un testo condiviso.
E lo si faccia al più presto. Le imprese italiane in cerca di
riscossa attendono, quelle straniere potrebbero non farlo
più (alcune le abbiamo già perse) e i giovani in cerca di
lavoro, sconfortati e delusi, ci guardano.
Ad essi dobbiamo prioritariamente rivolgere le nostre at-
tenzioni. Se falliamo, avremo tutti di che vergognarci.
Paolo Alberto Lamberti è stato nominato Cavaliere del Lavoro
nel 2007. È presidente di Lamberti, impresa produttrice di
ausiliari chimici vari per l’industria. Ha sviluppato l’azienda in
Italia e all'estero, puntando sull'innovazione, investendo in
ricerca e sviluppo con un portafoglio di oltre 100 brevetti.
È vice presidente di Federchimica.
copertina 1...,19,20,21,22,23,24,25,26,27,28 30,31,32,33,34,35,36,37,38,39,...copertina 4
Powered by FlippingBook