CIVILTÀ DEL LAVORO
II - 2015
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Qual è la sua opinione circa le recenti perplessità sul
regolamento alla base del Feis, Fondo europeo per
gli investimenti strategici, espresse dalla Corte dei
Conti europea?
La Corte dei Conti ha espresso perplessità giuridiche sul
funzionamento del fondo. A mio avviso, nonostante l’im-
portanza di regole chiare e legalmente certe, è fonda-
mentale attraverso il fondo lanciare un chiaro messaggio
politico a favore di più investimenti a favore dell’econo-
mia reale. L’istituzione del fondo è prova di una volontà
politica di voler andare oltre l’austerità e di tornare a in-
vestire per rilanciare la crescita e l’occupazione in Europa.
Qual è la percezione, in sede europea, del percorso di
riforme intrapreso dall’Italia nel corso degli ultimi anni?
Le previsioni d’inverno della Commissione europea per l’I-
talia rappresentano un chiaro e inequivocabile messaggio
a Governo e Parlamento affinché questi accelerino i tempi
per l’approvazione delle riforme necessarie alla crescita.
È ormai evidente come gli Stati membri che negli ulti-
mi anni si sono impegnati in riforme strutturali ambizio-
se ora siano quelli con il tasso di crescita più significativo.
Si guardi al Regno Unito, dove Cameron ha stravinto le
elezioni anche grazie alla recente ripresa dell’economia
e dell’occupazione, dovuta alle riforme realizzate negli
ultimi anni.
L’Italia deve e può fare di più. Non c’è solo l’Italicum, ma
anche l’attuazione del Piano Juncker, un miglior accesso
al credito favorito dal Quantitative Easing, una moder-
na politica industriale, una riduzione della spesa pubbli-
ca e una vera riduzione della pressione fiscale su Pmi e
artigiani.
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(s.t.)