CIVILTÀ DEL LAVORO
I • 2015
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accrescendo la consapevolezza ambientale nei confronti
della biodiversità. Questo è un esempio di come si pos-
sa aiutare i paesi meno avanzati a colmare il gap cultu-
rale e tecnologico che ancora oggi ne ritarda lo sviluppo.
È chiaro che la produzione di cibo è soltanto il primo pro-
blema, al quale fa seguito la sua distribuzione, cioè la
disponibilità di alimenti per tutti gli abitanti della terra.
Il tema del diritto al cibo, certamente complesso, coinvol-
ge le coscienze di tutti, ma i primi chiamati ad agire sono
i governi e i poteri economici.
Papa Francesco, al quale sono cari i temi dell’agricoltura
e dell’ambiente, afferma che tutti gli uomini sono custo-
di della terra e si chiede: “Che cosa vuol dire coltivare e
custodire la terra? Noi stiamo veramente coltivando e cu-
stodendo il creato? Oppure lo stiamo sfruttando e trascu-
rando?”. E ricordando che il verbo “coltivare” richiama alla
mente la cura che l’agricoltore ha per la sua terra, aggiunge
che “coltivare e custodire il creato è un’indicazione di Dio
data non solo all’inizio della storia, ma a ciascuno di noi;
è parte del suo progetto; vuol dire far crescere il mondo
con responsabilità, trasformarlo perché sia un giardino, un
luogo abitabile per tutti”. Perché “l’agricoltura non è na-
ta per ammucchiare ricchezze, ma per garantire il pane
quotidiano. L’economia dei contadini ha come elemento
fondamentale la sussistenza: è un lavoro utile e prezio-
so”. Le parole di Papa Francesco riconducono la missione
di chi fa agricoltura al suo ruolo primario: “coltivare e cu-
Federico Grazioli è stato nominato Cavaliere del
Lavoro nel 1990. Ha fondato ed è presidente di
Agriconsulting, società per la consulenza e lo sviluppo
delle attività agricole. È presidente di Accredia e del
Gruppo Agricolo e Agroindustriale della Federazione
Nazionale dei Cavalieri del Lavoro.
stodire la terra perché dia frutto ed esso sia condiviso”. Il
senso del lavoro agricolo, soprattutto nell’attuale momen-
to storico carico di emergenze economiche, sociali e am-
bientali, è tutto in questa frase: l’agricoltura deve innanzi-
tutto assicurare il cibo per sfamare gli abitanti della terra,
in particolare i più poveri, impiegando le risorse naturali
secondo criteri corretti e responsabili, senza dimenticare
l’impegno sociale verso gli operatori del settore.
Sono, quelle di Papa Francesco, espressioni che guida-
no e incoraggiano a ricercare per l’agricoltura del futuro
ogni forma operativa che possa contribuire a promuove-
re scelte rispettose e condivisibili; parole che, per il bene
dell’agricoltura e dell’umanità tutta, non dobbiamo per-
dere di vista.
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IL TEMA DEL DIRITTO AL CIBO COINVOLGE LE COSCIENZE
DI TUTTI, MA I PRIMI CHIAMATI AD AGIRE SONO
I GOVERNI E I POTERI ECONOMICI